Vittorio Sgarbi torna a Parma con una lectio magistralis dal titolo ‘Il cibo nella storia dell’arte’ tenuta in una affollatissima p.zza Garibaldi venerdi’ 2 giugno in occasione del GolaGola Festival.
Dopo un breve scambio di battute con la giornalista Emanuela Falcetti in diretta da Radio 1, il critico ferrarese ha raccontato i suoi legami con la nostra citta’, le numerose mostre curate e i rapporti personali con personaggi del mondo dell’arte come Luigi Magnani Rocca e Mario Lanfranchi regista, produttore e collezionista d’arte.
‘Altrove l’arte si studia ma solo a Parma l’arte si mangia-dice Vittorio Sgarbi -solo qui il legame culturale tra arte e cibo si mescolano e l’arte si tocca e si mastica come il cibo. D’altronde Correggio che e’ il pittore dei sensi e della morbidezza ha lavorato in queste zone’
Autore di libri e curatore di mostre ha aperto la monumentale mostra su Correggio del 2008 di cui e’ grande estimatore in clamorosa polemica con la Sovrintendenza parmigiana dell’epoca annunciando un falso esposto.
Dopo un lungo racconto personale del suo rapporto con il mondo dell’arte Sgarbi inizia il suo viaggio nella storia della pittura in cui il cibo e’ protagonista.
Dai ritrovamenti di Pompei del 79 d.c. in cui momenti di vita quotidiana vengono raccontate con scene di vita conviviale, all’Ultima Cena di Leonardo per poi passare ai cosidetti ‘quadri di genere’ dei nostri manieristi e dei fiamminghi come il ‘Maiale Squartato’ di Joachim Beuckelaer nella seconda meta’ del ‘500 ripreso da Annibale Carracci nel celebre quadro ‘La Macelleria’ del 1585.
E attraverso Arcimboldo tra surreale e iperreale arriva a Caravaggio e alla sua pittura della realta’ in cui spesso uomini umili e quotidianità’ vengono usati per raccontare storie religiose come nel capolavoro ‘La Cena di Emmaus’ del 1600 in cui la natura morta sulla tavola apparecchiata raggiunge un realismo simbolico che tocca la perfezione ‘perche’ Caravaggio non racconta nulla che l’occhio non possa vedere’ prosegue Sgarbi.
Rapido passaggio tra il Barocco di Jacopo da Empoli fino all’800 di Emilio Longoni per approdare al secolo scorso con Cezanne, De Chirico e infine Roy Liechtenstein e Francis Bacon che cita Rembrandt e Velasquez nella ‘Figura con carne’ del ’54 per chiudere con Andy Warhol e la celeberrima lattina Campbells.
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