di Titti Duimio
Camilla Mineo, parmigiana, 30 anni, storica dell’arte e curatrice di mostre ha partecipato alla realizzazione di Fotografia Europea a Reggio Emilia, di Paratissima a Torino, di Verdi Off nella nostra citta’ e da due anni e’ direttore artistico di Parma 360 Festival insieme a Chiara Canali. L’abbiamo incontrata in uno degli spazi riproposti al pubblico dopo anni di chiusura in cui si sono svolte alcune delle mostre piu’ interessanti di questo circuito cittadino, l’Antica Farmacia San Filippo Neri di vicolo San Tiburzio dove il clima di pratiche alchemiche al limite della stregoneria ben si fondono con la sperimentazione linguistica di nuove cure per i dubbi contemporanei.
Camilla come le è venuta l’idea di Parma 360?
Semplicemente volevamo offrire una proposta di arte contemporanea a questa citta’ che ha gusti prevalentemente legati alla tradizione e a grandi nomi cittadini che hanno reso celebre Parma nei secoli passati. C’e’ una grande storia di arte del Novecento a Parma ma sul contemporaneo piu’ spinto ci siamo accorte che l’offerta era minima e un contributo di freschezza e di vivacita’, sempre con un occhio di riguardo al passato recente, ci e’ sembrato doveroso.
Nel vostro progetto ci e’ sembrato di cogliere un suggerimento per l’amministrazione cittadina di una ragionata riqualificazione urbana con il ripristino di tanti spazi dimenticati. E’ cosi’?
Esatto. Questo e’ uno degli obiettivi di Parma 360 gia’ dall’anno scorso ma forse quest’anno ancora piu’ esplicito. Restituire e far vivere ogni angolo della citta’ coinvolgendo spazi istituzionali in disuso ma anche luoghi periferici abbandonati che prendono colore e vita attraverso iniziative di cultura e di aggregazione. Questo spazio che ci ospita ne e’ testimonianza. Arte e’ vita da vivere e basta un po’ di musica, qualche arredo e messaggi artistici alle pareti per veder rinascere posti incredibili conosciuti fino ad ora solo da pochi addetti ai lavori.
Arte e’ vita ma arte e’ anche quotidianita’ e prodotto da usare e da comprare?
Assolutamente. L’arte e’ un lavoro e come tale ha un mercato. La mostra a Palazzo Pigorini sull’illustrazione parla proprio di quello. E’ vero che le illustrazioni sono pezzi d’arte, prodotti estetici ma sono poi utilizzati per copertine di libri o di dischi che vanno sul mercato e vengono utilizzati. Con Parma360 cerchiamo di proporre un festival per tutti, per un pubblico trasversale dali bambini agli anziani, con un linguaggio comprensibile a tutti e fornendo gli strumenti per la comprensione delle mostre, per la diffusione si un’arte condivisa abbattendo un sentire comune che la vede difficile da comprendere.
Diversi sono stati i tentativi in questa direzione ma sempre one shot. Il merito di Parma360 e’ quello di aver creato un network di eventi innescando sinergia tra diverse componenti del tessuto sociale cittadino. I giovani hanno risposto a questo appello?
Abbiamo creato eventi rapidi e di forte impatto visivo per attirare le nuove generazioni abituate ad una cultura d’immagine. Loro sono i destinatari di questo linguaggio e ci siamo accorti di una grande partecipazione anche con la continua comunicazione sui social che ci hanno dato grande visibilita’ nel mondo under ’35. Cerchiamo di dare degli input, di stimolare l’approfondimento sull’artista in mostra, una disciplina, un palazzo storico della citta’, sta al pubblico, poi, la curiosita’ di informarsi sui libri o su internet.
Gli imprenditori locali hanno sponsorizzato il Festival. Pensa che ci sia interesse nella comunicazione dell’arte?
Il Festival e’ stato reso possibile grazie al contributo dell’Assessorato alla Cultura, di quello del Commercio e Turismo e di privati illuminati che non posso che ringraziare per aver creduto nel nostro progetto. Alla base di Parma360 c’e’ l’idea che l’arte, la creativita’ e il coinvolgimento dei giovani possa essere motore di rigenerazione sociale. Speriamo di aver soddisfatto chi ha creduto in noi e che la citta’ continui a sostenerci sempre di piu’. Il bello ha anche un aspetto etico e non solo estetico e i nostri progetti sono di condivisione con ogni categoria sociale per finalita’ diverse dal bello puro. Percio’ anche il circuito OFF per noi e’ molto importante con il coinvolgimento attivo di gallerie e spazi creativi ma anche la disponibilita’ dei commercianti che hanno acconsentito ad aprire le loro vetrine ai nostri ‘prodotti’ ci ha fatto capire che siamo nella giusta direzione anche se con qualche aggiustamento.
Un bilancio di queste due edizioni di Parma 360?
Per quest’anno e’ ancora presto per fare bilanci ma l’edizione passata ha dato grandi soddisfazioni e il pubblico continua ad essere molto affettuoso e a seguirci con molta passione.Ottimo riscontro anche da fuori Parma soprattutto dal nord Italia e l’idea di dare un impulso al turismo parmigiano e’ nelle nostre intenzioni. Per questo la conferenza stampa di Presentazione del Festival e’ stata presentata alla Triennale di Milano perche’ consideriamo importante comunicare al meglio tutte le iniziative e dare visibilita’ al progetto anche fuori da Parma. Per l’anno venturo ancora non si puo’ sapere se ci sara’ una terza edizione, tutto dipendera’ dalla nuova amministrazione. Speriamo di poter dare una continuita’ ad un progetto che tanto puo’ crescere ancora e che vuole valorizzare Parma.