La ministra Valeria Fedeli è intervenuta a Parma per il convegno nazionale Alma Laura “Università e Skill nella seconda fase della globalizzazione”.
Ha parlato di futuribilitò e futuro dell’Universita’ Italiana, ma non solo.
I RISULTATI PRESENTATI DALLA MINISTRA FEDELI –
Le Indagini hanno coinvolto i laureati di 71 università delle 74 ad oggi aderenti al Consorzio.
Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha indagato le performance formative di oltre 270 mila laureati nel 2016: in particolare, 156 mila laureati di primo livello, 79 mila laureati nei percorsi magistrali biennali e 34 mila laureati a ciclo unico; il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale ha indagato 620 mila laureati di primo e secondo livello, nel 2015, 2013 e 2011 intervistati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
IL PROFILO DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA
I laureati nel 2016 dell’Università di Parma coinvolti nel XIX Rapporto sul Profilo dei laureati sono 4.525. Si tratta di 2.374 di primo livello, 1.480 magistrali biennali e 637 a ciclo
unico; i restanti sono laureati pre-riforma.
Cittadinanza, provenienza e background formativo
Il 46% dei laureati proviene da fuori regione, contro il 22% della media nazionale; in particolare la percentuale è del 40% tra i triennali e del 51% tra i magistrali biennali.
La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,4%: il 5,2% tra i triennali e il 3,2% tra i magistrali biennali.
È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 63% dei laureati: è il 58% per il primo livello e il 63% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 23% dei laureati (nello specifico è il 25% sia per il primo livello sia per i magistrali biennali). Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.
Età, regolarità e voto di laurea: la riuscita negli studi universitari
L’età media alla laurea è 26,1 anni per il complesso dei laureati, esattamente in linea con la media nazionale; nello specifico 24,9 anni per i laureati di primo livello e 27,2 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore.
Il 48% dei laureati terminano l’università in corso: in particolare sono il 47% tra i triennali e il 57% tra i magistrali biennali.
Il voto medio di laurea è 100,5 su 110 (102,5 il dato nazionale): 97,4 per i laureati di primo livello e 105,6 per i magistrali biennali.
Tirocini, studio all’estero e lavoro durante gli studi
Il 64% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, dato ben più alto della media nazionale del 56%: sono il 67% tra i laureati di primo livello e il 64% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 75% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio).
Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 9% dei laureati, dato inferiore di due punti rispetto a quello nazionale: il 6% per i triennali e il 13% per magistrali biennali (quota che sale al 16% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).
Il 65% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 65% tra i laureati di primo livello e il 67% tra i magistrali biennali.
La soddisfazione per l’esperienza universitaria
Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti.
L’84% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’82% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione
dall’Ateneo, 79 laureati su cento considerano le aule adeguate; più in generale, 87 laureati su cento si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso.
E quanti si iscriverebbero di nuovo allo stesso corso presso lo stesso Ateneo? Il 68% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 8.744 laureati dell’Università di Parma. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2015 e contattati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali biennali usciti nel 2011 e coinvolti dopo cinque anni.
Lavoro, i laureati triennali a un anno dalla laurea
L’Indagine ha coinvolto 2.652 laureati triennali del 2015 contattati a un anno dal titolo (nel 2016).
Dal momento che una quota consistente di laureati di primo livello, complessivamente il 57%, prosegue il percorso formativo con la magistrale, vengono di seguito fotografate le performance occupazionali di coloro che dopo la conquista del titolo hanno scelto di non proseguire gli studi e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro. Isolando quindi i laureati triennali dell’Università di Parma che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale (41%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.
Il tasso di occupazione (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, anche quanti sono in formazione retribuita) è del 72% (68% il dato nazionale), mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 19%.
Il 25% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 12% svolge un’attività autonoma effettiva (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.).
La retribuzione è in media di 1.105 euro mensili netti.
Sono 54 laureati su cento quelli che considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono.
Lavoro, i laureati magistrali biennali a uno e cinque anni dalla laurea
I laureati magistrali biennali del 2015 contattati dopo un anno dal titolo sono 1.484, quelli del 2011 coinvolti a cinque anni sono 1.472.
A un anno
Il 77% dei laureati magistrali biennali del 2015 è occupato (sono compresi anche coloro che sono in formazione retribuita), dato molto positivo soprattutto se confrontato al 71% della media nazionale.
Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 15%. 29 occupati su cento possono contare su un contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 9% svolge un’attività autonoma.
La retribuzione è di 1.177 euro mensili netti; il 51% ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo.
A cinque anni
L’87% dei laureati magistrali biennali del 2011 è occupato; anche in questo caso il dato è maggiore di tre punti percentuali rispetto alla media nazionale (84%).
Il tasso di disoccupazione è pari al 7%.
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti) sono il 57%, mentre svolge un lavoro autonomo il 19%. Le retribuzioni arrivano a 1.419 euro mensili netti; 54 laureati su cento ritengono la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che stanno svolgendo.
Ma dove vanno a lavorare? L’83% dei laureati è inserito nel settore privato, il 12% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (5%). L’ambito dei servizi assorbe il 67%, mentre l’industria accoglie il 31% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.