di Effedivi
Cappelletti, bolliti, lambrusco. Non dimentichiamoci chi siamo, non dimentichiamoci da dove veniamo. Parma non è figlia delle mode, è figlia del cibo. Della tradizione.
La domenica è delle resdore: lunghe cotture per un brodo con gli occhi, anolini gustosi e stagni, un po di manzo, un piede di maiale, una fetta di lingua. Un carrello di tradizione, poi il Calcio.
Questa è la domenica parmigiana, tradizione, rispetto e pallone.
Spazio a tutti, sushi, vegetariani e vegani, astemi e diete perenni. Rispetto per le intolleranze, le scelte di salute e quelle di ideologia.
Ma nessuno tolga a chi mangia fiorentina condita da buon vino pensando che solfiti e grassi fanno meno male di debiti e tasse, la pace dei sensi di una tradizionale abbuffata.
Moriremo, ma non di fame. Nemmeno di sete. Magari di gol: perchè che si vinca o che si perda….sempre forza Parma. E viva gli anolini.