Home » Cultura&Spettacoli » Serie Tv: Greenleaf, religione e cupidigia in una nuova serie

Serie Tv: Greenleaf, religione e cupidigia in una nuova serie

di Carlo Lanna

 

C’è una linea molto sottile che intercorre fra religione, misticismo e cupidigia. Greenleaf la nuova serie condivisa da Netflix ad inizio Marzo, attraverso le vicissitudini di una famiglia di Memphis, cerca di spiegare come, questa linea, è causa (suo malgrado) di tutti (o quasi) i mali della società di oggi. Lo show che vede fra le produttrici la celeberrima Oprah Winfrey, è la terza serie tv che viene trasmessa con estremo successo sul network di sua proprietà. Infatti la regina dell’entertainment televisivo, da tre anni a questa parte, si è fatta promotrice della cultura seriale di oggi, dando  spazio ad un manipolo di giovani scrittori  la possibilità di realizzare prodotti televisivi costruiti secondo i gusti del network di riferimento. Greenleaf è l’ultima serie ad essere prodotta ma, prima di essa, è stata realizzata la saga familiare intitolata The Haves and The Haves nots e If Loving You is wrong. Sicuramente quella che è disponibile da poco più di una settimana sulla piattaforma di Netflix, è la più interessante e densa di contenuti. Rimane pur sempre una saga familiare con tutte le attenuanti del caso, però è lo spunto di riflessione che rende Greenleaf una produzione seriale da tenere d’occhio.

I Greenleaf del titolo sono i membri di una famiglia di Memphis che gestiscono una fra le comunità ecclesiastiche più influenti del paese. Sono una famiglia devota alla parola del Signore ma, dietro i loro sorrisi di convenziona ed i carismatici sermoni, i Greenleaf ingannano, rubano, nascondono segreti, stringono patti scellerati, pur di mantenere intatto il loro stile di vita. L’idillio si rompe quando, dopo un lungo periodo di assenza, in città fa ritorno Grace, la figlia più grande, la quale sembra disposta con tutta se stessa a scoperchiare questo mistico vaso di Pandora e finalmente far cadere il velo di perbenismo che la famiglia ha accuratamente costruito. Il ritorno di Grace però, riporta a galla amori sopiti, vecchi dissidi, discussioni, incomprensioni e segreti sepolti fra le ‘sabbie’ del tempo.

Al di là dei chiari riferimenti ai meccanismi della  soap-opera anni ’80 (che a quanto pare sembra essere tornata in auge negli ultimi periodi), Greenleaf vuole essere qualcosa di più di una semplice saga familiare che intrattiene grazie ad una trama fluida e personaggi che bucano lo schermo. La serie vuole essere un atto di denuncia nei riguardi della la comunità ecclesiastica di oggi la quale, predica ai suoi fedeli la forza e la parola di un Dio misericordioso, senza però mettere in pratica gli insegnamenti pensando solo al benessere ed al proprio tornaconto personale. Attraverso le intricate vicende della famiglia dei Greenleaf, si intuisce come essere religiosi è una semplice scelta di vita, ma ci sono sicuramente modi diversi di professare il proprio credo. La serie vuole focalizzare l’attenzione su un fatto ben preciso; la chiesa che dovrebbe essere una realtà dove vige il rispetto per il prossimo e soprattutto l’amore per i più deboli, altro non è che un ricettacolo di vizi, inganni, segreti e colpi bassi, è una realtà competitiva atta solo a salvaguardare gli interessi ed il vile denaro. Contestualizzare temi del genere in epoca moderna, fa capire che la religiosità nel corso del tempo, non ha mitigato i propri difetti anzi sono diventati ancora più preponderanti, facendo aprire così una lunga digressione nei riguardi della religiosità che ha radici profonde nella storia dell’umanità.

Un punto di vista molto interessante che rende Greenleaf, una soap-opera convenzionale, una fra i prodotti più invitanti della stagione televisiva. Rinnovata già per una seconda stagione, i nuovi episodi saranno disponibili a cadenza settimanale sempre su Netflix dal 16 Marzo.

2 commenti

  1. Vorrei sapere di quale religione stiamo parlando..

  2. Una serie veramente pregevole. Non solo per la bravura di tutti i protagonisti, ma per la sceneggiatura, la fotografia e i contenuti di denuncia attraverso una lettura non manichea, in nessun senso, delle contraddizioni presenti in alcune chiese evangeliche, che peraltro non sono le uniche ad esprimere certe ipocrisie. Davvero una serie che mi ha tenuta incollata per tutte le 5 serie. Consigliata

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*