di Angela Rossi
Lombardo, due lauree, una in Economia a politica e l’altra in filosofia, Alessandro Melazzini si trova in Germania per amore dello studio.
Prima Heidelberg, tappa obbligatoria per la filosofia, poi Mannheim per la lingua tedesca. Infine l’amore per il cinema. Ha realizzato due documentari: Monaco, Iitalianel quale racconta otto vite di connazionali emigrati nella capitale della Baviera e l’altro su Cicciolina trasmesso anche dalla Ard.
Allora, sei un “emigrato di lusso”?
“In realtà non mi sentivo bene in Italia. Poi preferisco fare l’italiano in Germania che il tedesco in Italia. Qui c’è una società più ordinata, meno indirizzata dalla religione, per me rappresentava un luogo di libertà anche perché vengo da una famiglia molto severa. Una volta arrivato ho cominciato a scrivere per La Stampa. Erano gli anni del cambiamento della società tedesca ed attraverso le colonne del giornale torinese parlavo agli Italiani raccontando dal punto di vista culturale e sociale la realtà tedesca. Scrivevo di cultura tedesca per l’Italia. Verso la fine della laurea in filosofia, vedevo un futuro nel giornalismo. Nel frattempo ero passato al Sole24ore e collaboravo con la Bompiani. Ho pensato che ci fosse una possibilità di lavoro da free lance . Volevo stare in Germania e quindi speravo in questa possibilità. Cosi mi sono trasferito a Monaco, città che mi è sempre piaciuta e che è molto generosa dal punto di vista culturale. Poi Monaco guarda molto all’Italia”
E quindi?
“ Nel 2009 è successo che al Sole24ore sono cambiate molte cose. La nuova direzione ha preso un altro corso allora ho pensato che forse questa poteva essere una possibilità per fare altro. Nel 2007 la Rai mi aveva chiesto di aiutare le troupe documentaristiche all’estero. Ho scoperto quindi la realtà audiovisiva che mi era sempre piaciuta da piccolo. Ho quindi deciso di fare un documentario. Nel 2010 ho finito “Monaco, Italia”, parla di italiani all’estero ed era l’anniversario dell’unificazione. Mi sono quindi buttato in questo nuovo mondo con passione ed ho fatto questo mio primo documentario. L’ho anche curato come produttore. E’ andata bene”.
Hai così deciso di restare a Monaco…
“ Si. Poi sono arrivate altre possibilità. Adesso ho una società di produzione. Oggi mi sento a casa in entrambi i Paesi”.