di Sonia Tondolo
600 mila euro da investire nel restauro di opere d’arte. Questa l’ultima dichiarazione del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
In un video sulla sua pagina Facebook ha rotto gli indugi dichiarando: “Ho deciso, per evitare inutili polemiche, che le iniziative che portano il nome di Rinascimento abbiano un contributo corrispondente al mio vitalizio da quanto ho iniziato a prenderlo”. Non è un caso che Sgarbi abbia optato per le restaurazione di opere appartenenti proprio a
questo periodo storico-culturale: Rinascimento è anche il nome del partito da lui fondato.”Stiamo vivendo un neo-Medioevo culturale – ha spiegato – e occorre cominciare a credere e investire nella bellezza”.
Il video prosegue senza filtri da parte del critico d’arte che chiarisce:”Possiamo partire dal 2007, sono passati 10 anni. Tenendo conto che percepisco un vitalizio di 9 mila euro al mese lordi, che diventano circa 5mila euro al mese netti, ho un totale di 60mila euro all’anno. Questi, moltiplicati per dieci anni diventano 600mila euro“.
Promessa o propaganda politica come dir si voglia che Sgarbi intende mantenere fin da subito. I primi lavori di restauro, come annunciato da lui stesso, sono già iniziati: “C’è in corso un processo di analisi per il restauro di un capolavoro straordinario: un Donatello scoperto a Fabriano. Subito dopo inizieranno i lavori veri e propri. Lavori che procederanno grazie ai finanziamenti che io ho raccolto dal mio vitalizio e che andranno tutti per i restauri del patrimonio artistico italiano abbandonato o terremotato“.
Nonostante la lodevole iniziativa, numerose sono state le critiche e le polemiche rivolte al critico d’arte. Polemiche immediatamente spente con la solita verve caratteristica di Sgarbi, che ha dichiarato fiero: “Chi vuole fare polemiche ha già finito. Metta lui i soldi per il patrimonio artistico e non rompa i coglioni a quelli che i soldi li hanno usati per il bene della nazione e per la salvezza dell’Italia”.