Laguna di Venezia: ecco una strategia green per salvarla

di Federico Baglioni

 

La bellissima laguna di Venezia ha numerosi problemi. Uno di questi è l’acqua alta sicuramente, ma non solo. Anzi, in realtà l’acqua alta è il risultato di fenomeni complessi come aumento del livello del mare, erosione e subsidenza, ovvero lo sprofondamento del suolo.

Per far fronte all’acqua alta è stato realizzato il MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), che però non risolve i problemi di degrado morfologico della laguna. Il degrado, infatti, deriva dall’erosione dei fondali a causa non solo delle grandi navi, ma anche dal moto ondoso provocato dalle piccole imbarcazioni e dalla pesca “selvaggia”. Il risultato è che nell’ultimo secolo l’estensione e lo stato di salute della laguna si sono drasticamente ridotti.

Per questo motivo è in corso un progetto di miglioramento ecologico, chiamato SeResto. Questo progetto europeo è partito nel 2014 ed è coordinato dall’Università Ca’ Foscari, in collaborazione con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche e l’associazione Laguna Venexiana Onlus. L’obiettivo è quello di salvare la laguna di Venezia aumentando la biodiversità locale e la produttività ittica. Come? Con un vero e proprio trapianto di fanerogame marine, piante acquatiche molto importanti e diffuse nel mar Mediterraneo.

I risultati, a tre anni dall’inizio, sono incoraggianti. In 33 dei 35 siti finora studiati il trapianto sembra aver avuto successo e, in alcune zone la qualità dello stato ecologico è già in netto miglioramento. Questo grazie sicuramente al lavoro di esperti scientifici, ma anche grazie alla collaborazione con le comunità locali e le associazioni amatoriali che si sono messe in gioco e hanno realizzato in prima persona i trapianti, prendendosi cura dei siti appena ricolonizzati.

Una bella notizia sicuramente, che speriamo possa essere solo un primo passo per salvaguardare una zona d’Italia così bella e importante.