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Scienza e scoperte: riportare in vita i mammut è possibile

di Federico Baglioni

 

Tutti i bambini (e non solo) si saranno fatti questa domanda da piccoli. È possibile far rivivere organismi estinti, come i dinosauri o i mammut? Se fino a qualche anno fa pareva essenzialmente fantascienza, ora i presupposti sembrano esserci. Questo almeno è quanto hanno affermato il ricercatore George M. Church e i suoi colleghi, durante l’AAAS Annual Meeting di Boston.

I mammut si sono estinti, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici e della caccia, circa 4000 anni fa ed esiste già un progetto, chiamato Woolly Mammoth Revival, che ha l’obiettivo di riportare in vita questi preistorici animali. La strategia è quella di sfruttare le somiglianze con gli elefanti e creare una sorta di ibrido elefante-mammut che contenga caratteristiche di entrambi. In sostanza elefanti con alcuni tratti tipici degli antichi parenti.

Come scritto su Focus.it, il progetto è iniziato nel 2015 con la raccolta di DNA di mammut estratto da reperti congelati e l’inserimento con successo di 45 geni “preistorici” in cellule di elefante.

Un gruppo avanzamento è stato però portato dalla CRISPR/Cas9 che, come spiegato su Galileonet.it, è una nuova tecnica di ingegneria genetica che permette una modifica del DNA estremamente precisa. In questo modo, racconta il team di ricercatori, è stato possibile ottenere risultati preliminari positivi di ibridi per orecchie, grasso sottocutaneo, peli e sangue.

Secondo i ricercatori basterebbero appena un paio di anni per perfezionare il metodo e ottenere il primo ibrido, tuttavia sono tanti i ricercatori che hanno dubbi sulla portata di questo esperimento. Per Church, comunque, non si tratta di un gioco o uno sfizio, ma di un punto di partenza anche per trovare nuove strategie di conservazione per animali a rischio estinzione, come l’elefante africano che potrebbero giovare di “innesti” dal suo antico parente.

 

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