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Sanremo – Intervista: Francesco Guasti e il suo “Universo”

di Francesca Binfarè

 

Tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo quest’anno c’è Francesco Guasti, che aveva già provato a partecipare. Nel 2014 era fra i 60 finalisti di Sanremo Giovani, con il brano “Scintilla contro scintilla”; a novembre 2015 è entrato tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani con il brano “Io e te”, ma non era andato oltre. Quest’anno Francesco Guasti (che ha anche partecipato a The Voice, nel team di Piero Pelù) ce l’ha fatta: a Sanremo presenta il brano “Universo”, contenuto nell’album omonimo in arrivo il 10 febbraio.

 

Sei ritornato a Sanremo, con caparbietà, e stavolta ce l’hai fatta.

Come si dice, l’anno scorso sono arrivato a Roma e non ho visto il Papa. Le porte in faccia, comunque, servono per crescere. E adesso, infatti, sono qui con “Universo”.

 

Pubblicherai anche un album, che porta lo stesso titolo.

Sì, conterrà 9 inediti e in più la versione acustica di “Universo”. Racconta davvero il mio universo di questi anni, da cittadino italiano, da cantante italiano. Ci ho messo quello che ho visto muovendomi in auto, viaggiando, leggendo i giornali. E’ un racconto di me e della società che vedo.

 

Qual è la prima canzone, il ritornello o l’esibizione che ti viene in mente quando pensi al Festival?

Ricordo Francesco Nuti, cantava “Sarà per te”, uno dei brani più belli che abbia ascoltato a Sanremo. Ma mi vengono in mente “Signor Tenente” di Faletti, “Pensa” di Fabrizio Moro…

 

Quale sarà l’ultimo pensiero che farai prima di salire sul palco dell’Ariston?

Non ho scaramanzie, se intendi questo, anche se mi piace il numero 7: siamo 7 in famiglia, è il 2017, giocavo a calcio con la maglia numero 7. Però bevo tantissima acqua e devo correre sempre in bagno (ride, nda).

 

Dopo Sanremo?

Nasco dal live, quindi conto di tornare a suonare presto. Il contatto con le persone per me è fonte di vita.

 

Siamo sulle pagine di Il Caffè Quotidiano: hai un momento tutto tuo, durante la giornata, che ti concedi sempre? Un caffè, vero o metaforico, a cui non rinunci mai?

Un caffè vero è per me irrinunciabile, alla mattina al bar storico vicino a casa. Si chiama Bar Mario e compare anche nel video che la Rai ha fatto del mio percorso di avvicinamento al Festival.

 

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