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Aspettando Sanremo– Intervista a Valeria Farinacci: “Insieme”

di Francesca Binfarè

A volte sono Giovani, a volte Nuove Proposte: per il prossimo Festival, ormai in arrivo, è buona la seconda. Essere una nuova proposta è molto stimolante, oltre a essere un’occasione d’oro per un cantante esordiente o poco più – perché si sa, Sanremo non lo guarda ufficialmente nessuno ma il pubblico, dati alla mano, è sempre vastissimo.

Tra le 8 Nuove Proposte di Sanremo 2017 c’è Valeria Farinacci, vincitrice di Area Sanremo (Braschi è l’altro vincitore ammesso tra le Nuove Proposte); presenta il brano “Insieme”.

 

Quali sono le emozioni di chi arriva, da nuova proposta, a questo che è l’evento televisivo della musica italiana?

Le prime prove con l’orchestra le abbiamo fatte a Cinecittà: è stata un’emozione indescrivibile.

L’impatto con l’Ariston?

E’ piccolo come si dice, ma io ero tra il pubblico al Premio Tenco e quindi la cosa non mi ha sorpresa. Le prove sono servite per familiarizzare con quel palco, che io temevo.

E invece?

Per ora tutto bene, perché si fa un’infinità di prove e questo mi ha tranquillizzata. L’emozione però c’è, e tanta. Sono consapevole che questa è un’enorme possibilità per far conoscere la mia musica.

Quale pensi sia il vero pregio del tuo brano “Insieme”?

La sua semplicità, da non confondere con la banalità: il testo, scritto da Giuseppe Anastasi (molto conosciuto come autore per Arisa, nda), non è affatto banale. Parla dell’importanza dello stare insieme, non solo come coppia ma anche come comunità: il senso di unione credo che, in periodi come quello che stiamo vivendo, sia molto importante.

Pubblicherai anche un album in occasione del Festival?

Sì, si intitola “Insieme” ed è un progetto a cui ho lavorato sempre con Giuseppe Anastasi. Contiene canzoni pop, qualcosa di r&b e altri momenti un po’ più intimi.

Qual è la prima canzone, il ritornello o l’esibizione che ti viene in mente quando pensi al Festival?

Ripenso a tanti momenti e a tanti interpreti, passati e recenti, che hanno fatto la storia di Sanremo. Se devo sceglierne uno dico Giorgia: nel 2001 cantava “Di sole e d’azzurro” e io, bambina, la imitavo usando la spazzola come microfono.

Siamo sulle pagine di Il Caffè Quotidiano: hai un momento tutto tuo, durante la giornata, che ti concedi sempre? Un caffè, vero o metaforico, a cui non rinunci mai?

C’è, ed è la colazione fatta con calma. Io la davo per scontata anche a Sanremo, invece mi dicono che non sarà proprio così (ride, nda). Magari mi alzo prima pur di concedermela… ce la farò?

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