di Giovanna Maggiori
Secondo recenti studi l’epidermide ha un recettore olfattivo che, stimolato dal giusto aroma, riesce ad attivare la riparazione del tessuto danneggiato, come ad esempio una ferita.
Quanto sarebbe bello poter percepire il profumo dei fiori con il semplice tocco della mano? In un certo qual modo questo super potere lo abbiamo già. La nostra pelle è infatti dotata di un particolare ‘naso’ che riconosce una molecola odorosa simile al profumo dei fiori.Un team di biologi tedeschi della Ruhr-Universität Bochunin collaborazione con gli esperti della Munster University ha scoperto che la nostra epidermide ospita almeno 15 recettori dell’olfatto identici a quelli che si trovano nella mucosa nasale.Non solo: l’esposizione della pelle a particolari essenze, come il legno di sandalo, innescano una cascata di segnali molecolari che contribuisce a far guarire più velocemente i tessuti danneggiati e le ferite.
D’altronde l’aromaterapia è una pratica molto antica, a cui i nostri antenati facevano ricorso già più di 6000 anni fa e oggi esistono diverse forme di utilizzo e di applicazione, a seconda delle necessità. A volte però sono gli aromi più semplici a elevare immediatamente il nostro stato d’animo, come il profumo del pane appena sfornato o del caffè che viene lentamente versato in una tazzina.
L’indagine, pubblicata sul Journal of investigative dermatology, ha individuato il recettore, battezzato OR2AT4, che, stimolato dall’aroma di legno di sandalo, essenza fra le più usate in profumeria anche in forma sintetica e impiegata anche nella preparazione dei bastoncini di incenso, attiva la riparazione cellulare cutanea e la cicatrizzazione delle ferite.
“Nel naso ci sono circa 350 recettori olfattivi, ne sono stati scoperti anche negli spermatozoi, nella prostata, nell’intestino e nel fegato. Ora – affermano gli studiosi – sappiamo che sono presenti anche nei cheratinociti. Le cellule della pelle possiedono dei recettori sensibili agli aromi e la nostra scoperta può essere il punto di partenza per nuovi meccanismi d’azione di farmaci e cosmetici“.
Nello specifico i ricercatori hanno scoperto che i melanociti, ovvero le cellule della pelle che producono il pigmento dell’abbronzatura, sono dotati di un recettore olfattivo: conosciuto con la sigla di 51E2, si ‘accende’ quando percepisce la presenza di una molecola odorosa, quella del beta-ionnone, che ricorda il profumo delle viole. La sua attivazione scatena una cascata di segnali molecolari che regola la produzione di pigmento e la stessa crescita della cellula. Secondo le ricerche gusto potrebbe essere anche un “una svolta da cui partire per sviluppare una nuova terapia contro il melanoma”, il terribile tumore della pelle che nasce proprio dall’incontrollata proliferazione dei melanociti.