di Laura Candeloro
Scattato il countdown per l’inizio delle svendite di fine stagione, ma la corsa ad accaparrarsi l’affare, acciuffando finalmente ad un prezzo più abbordabile quella borsa o quel cappotto griffato, bramato per mesi in vetrina, di fatto è già partita con i saldi sottobanco.
Secondo il Codacons, i saldi sono di fatto già iniziati in 1 negozio su 3 in tutta Italia, anche se la partenza ufficiale è fissata per il 5 gennaio in tutte le regioni – eccetto Sicilia e Basilicata che hanno iniziato il 2 gennaio, -con termine in date diverse, dal 15 febbraio al 2 aprile.
“Gli esercenti applicano già sconti medi dal 20 al 40%, proponendoli direttamente ai consumatori in fase di acquisto, accettando le richieste di sconti dei cittadini o inviando mail, sms e messaggi WhatsApp ai clienti fidati” afferma in una nota l’associazione dei consumatori.
UNA CRISI ANNUNCIATA PER I CONSUMATORI
175€ a famiglia è il budget medio dedicato ai saldi invernali, in calo del 5% rispetto allo scorso anno e meno di un cittadino su due (il 45% circa) deciderà di fare acquisti durante il periodo di sconti. Insomma, se le stime del Codacons per le vendite scontate si prevedono al ribasso, le cause sono da indicare nell’eccessiva vicinanza alle feste natalizie, “quando i portafogli degli italiani sono stati già svuotati dalle spese per regali e cenoni ” e nell’influenza del commercio online.
Vola nel 2017 il commercio online e 1 acquisto su 5 in regime di saldi avverrà infatti attraverso il web. “È oramai evidente a tutti come i saldi di fine stagione siano obsoleti. – afferma il presidente Carlo Rienzi – A determinare la morte dei saldi, oltre alla crisi economica, l’avvento del commercio online, che consente agli utenti di acquistare tutto l’anno prodotti scontati, senza limiti temporali. E’ quanto mai necessario rivedere totalmente la politica degli sconti di fine stagione, liberalizzando il settore e lasciando maggiore libertà di scelta ai commercianti”. Secondo il Codacons la crisi dei saldi colpirà però soprattutto in periferia, danneggiando i piccoli negozi, mentre numeri positivi si registreranno presso outlet e boutique d’alta moda, grazie soprattutto alla presenza dei turisti stranieri.
Un po’ più alto invece, di 250€ a famiglia, sarà invece il budget destinato ai capi a saldo secondo le previsioni dell’Adoc, che afferma che “purtroppo la combinazione tra redditi bassi e spese primarie elevate, come quelle per alimentazione, casa, trasporti e tasse, non permette alle famiglie italiane di destinare grosse cifre alle spese extra come i saldi, che arrivano, come sempre, dopo le festività natalizie, una circostanza che limita ulteriormente la corsa agli acquisti, almeno nel periodo iniziale.” . Per cui si approfitterà delle vendite in saldo soprattutto quando questi saranno in dirittura d’arrivo, giungendo a tagliare il prezzo iniziale del 50-60%, inoltre circa il 25% dei consumatori effettuerà acquisti a saldo online. “Un dato che non sorprende, vista la crescita esponenziale dell’e-commerce, poiché sul web è sempre possibile approfittare di sconti e offerte, in media del 10-15%. – ricorda l’associazione – i consumatori preferiscono diluire la spesa per il vestiario durante l’anno, piuttosto che concentrarla in un determinato periodo. Crediamo sia opportuno che anche i negozi fisici possano adottare questa soluzione, offrirebbe un vantaggio sia per i consumatori che per i commercianti.”.
UNA BOCCATA D’OSSIGENO PER I COMMERCIANTI
Naturalmente più ottimistiche le attese dei commercianti, che alzano le stime di una spesa media a circa 330€ a famiglia. “Oltre un italiano su due – il 58% – si dichiara interessato ad acquistare prodotti, in due casi su tre d’abbigliamento I saldi rappresentano un’occasione sia per i consumatori che per i commercianti – spiega Roberto Manzoni, Presidente di Fismo, che riunisce i commercianti del settore moda di Confesercenti.- ed una boccata d’ossigeno per un settore che – secondo le proiezioni dell’Osservatorio Confesercenti – non è ancora uscito dalla crisi: nel solo 2016 hanno cessato l’attività oltre 6 mila negozi indipendenti d’abbigliamento, tessili, calzature e accessori, sia nel centro nord (-3.721 imprese) che al Sud e nelle Isole (-2.411). Sale più ancora in alto il budget per i saldi previsto dalla Confcommercio: 344€, per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori per un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro.
DECALOGO ANTI TRUFFE
Dall’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) ecco un decalogo per saldi sicuri:
- Conservate sempre lo scontrino: i capi in saldo si possono sostituire, se danneggiati o non conformi. In base al D.Lgs. n. 24/2002 il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Per quanto riguarda il difetto di conformità il consumatore può denunciarlo al venditore entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto.
- Attenzione ai fondi di magazzino: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino di anni e stagioni precedenti.
- Girare, confrontare: Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Inoltre, prima di comprare un prodotto, è possibile controllare sul proprio smartphone che il prezzo non sia più alto di quello praticato sul sito ufficiale.
- Lista degli acquisti: Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio, in modo da essere meno influenzabili dal negoziante.
- Occhio ai super sconti: se l’esercizio pratica sconti superiori al 50%, spesso nasconde merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. È un fenomeno “a rischio” soprattutto i primi e gli ultimi giorni di saldo. Diffidate inoltre dei marchi molto simili a quelli noti. Potrebbero essere contraffatti.
- Fiducia: servitevi presso negozi di cui vi fidate o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
- Ricordate che sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto “in modo chiaro e ben leggibile” (Dlg n. 114/98). Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere inoltre separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
- Prova dei capi: non c’è alcun obbligo da parte del negoziante di farvi provare gli abiti ma è una facoltà rimessa alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
- Pagamenti: Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito (o bancomat), il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
Saldi online: con la direttiva europea 83/2011, recepita dal decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014, sono state introdotte molte novità per i contratti a distanza, stipulati via internet e comunque fuori dai locali commerciali: dall’ampliamento della durata del diritto di ripensamento, fino a 14 giorni, ai tempi stretti per ottenere il rimborso di quanto pagato.