Si riaccomoda nella sala stampa in cui per anni ha seduta da giocatore, da capitano. Lo fa sapendo che è la sua prima da allenatore, ma al tempo stesso, l’ultima.
Dalla porta sta per entrare Roberto D’Aversa, il suo successore. Eppure lui sorride, gonfio di gioia e orgoglio.
“Ho allenato la squadra che amo” – ammette Stefano Morrone. “Emozione? Tanta. Ma soprattutto gioia, e voglia di far bene. E’ stato bellissimo allenare “i grandi”, per dieci giorni mi è stato regalato un sogno”. E domani? “Tornerò alla Beretti, al mio posto, chiaramente un giorno mi piacerebbe allenare una prima squadra. Ma prima voglio ringraziare tutti per questa opportunità. Questo Parma non è scarso come viene descritto, e lo dimostrerà. Aveva bisogno di ripartire, e oggi lo ha fatto. Lo dice il gioco, lo dice il carattere, che si sono visti sul campo. Zommers è tornato ai suoi livelli, la squadra ha imparato che per vincere si può anche rischiare. Il Parma deve fare il Parma sempre, giocare per vincere. E ora l’ha capito. “.
“E’ stata una gara bella, difficile e intensa contro un’ottima squadra che gioca insieme da anni e si vede – commenta. Il Parma è stato propositivo, giocando a calcio. Ha sofferto tanto, nel secondo tempo, perché bisogna dare i meriti all’avversario. C’è da sottolineare la voglia di recuperare il risultato. Non era facile, anche perché i ragazzi avevano speso molte energie nervose in settimana. L’arbitro, alla fine, anziché espellere i due capitani, Lucarelli e Bizzotto, poteva ammonirli soltanto. Sul rigore per il Bassano i ragazzi hanno detto che prima c’era fallo su Canini e poi Fabbro ha trattenuto Nunzella, che, a sua volta, lo ha tirato giù.
Credo che i ragazzi abbiamo cambiato la loro filosofia e capito quale sarà la loro strada. Ovviamente tutto è migliorabile, ma D’Aversa, il nuovo mister, prende una buona squadra, che non è così scarsa come viene descritta, che ha dei valori importanti e che deve crescere sotto tanti punti di vista. Oggi, però, rappresenta un inizio giusto. I ragazzi hanno capito che si riparte da zero. Io sono fiero e orgoglioso di aver allenato una squadra che amo, a cui devo tanto e per le emozioni di questi sette allenamenti e due partite. Ringrazio la società e tutto il Settore Giovanile che mi hanno permesso tutto questo, ma ora torno alla Berretti.
A essere sincero la voglia di allenare la prima squadra, dopo questa esperienza, mi è venuta ma è arrivata così, inaspettata, che sono stato catapultato in un mondo a cui non mi sentivo pronto e non pensavo di arrivarci così presto. Sono sempre stato ambizioso, anche da calciatore, ed è giusto che sia così. La voglia e la partecipazione che mi hanno offerto i ragazzi negli allenamenti mi hanno sorpreso. Sono sette giorni che nessuno ha mai mollato, nessuno si è defilato, hanno lavorato forte tutti, come fanno i miei giovani.
Se oggi il Parma è stato molto propositivo è dovuto alla volontà di essere propositivi, di costruire con delle idee, aggredendo un po’ più alti e non aspettare, perchè, se siamo il Parma e vogliamo vincere il campionato, dobbiamo rischiare qualcosa creando occasioni. Ho cercato di inculcare questa filosofia, di tentare di fare gol e non difendere e stare bassi. Ho fatto giocare Scavone centrale, perché secondo me lo può fare e anche Ricci ha giocato bene. Soprattutto nel primo tempo, la catena di sinistra, con Ricci, Baraye e Nunzella ha fatto molto bene.
Oggi Zommers è tornato sui suoi livelli. In settimana abbiamo parlato tanto con lui. Sa che deve fare le cose semplici e così è stato. Per Kristaps oggi sarà una ripartenza. Mi sono messo a disposizione della società anche se l’appetito vien mangiando. E’ bello stare con i grandi perché si possono fare tante cose. Sinceramente, però, non ci ho pensato al domani”.