Tutte le organizzazioni sindacali presenti in Tim (ex Telecom) rispondono con iniziative di mobilitazione su tutto il territorio nazionale all’annuncio dell’azienda di disdire tutta la contrattazione aziendale proponendo tagli di costi fondati su destrutturazione dell’orario di lavoro, esasperazione della flessibilità, compressione dei diritti individuali e collettivi, riduzione delle retribuzioni e mortificazione delle professionalità. I lavoratori chiedono invece che vengano valorizzate le professionalità, che si definisca un premio di risultato che sappia dare i giusti riscontri agli sforzi fatti, che venga ritirata la disdetta dei contratti e che si ponga fine ai maxi bonus per i dirigenti.
“La disdetta dei contratti – afferma Davide Fellini, Segretario Generale SLC CGIL di Parma – avviene nel momento in cui i recenti dati di bilancio vedono un miglioramento degli indicatori economici dell’azienda, frutto, però, solamente dei sacrifici imposti ai lavoratori di Tim. Ciò che è altrettanto grave è l’assenza di un credibile piano industriale basato su investimenti tali da assicurare sviluppo e occupazione. La solita ricetta per recuperare produttività: a pagare sono sempre e solo i lavoratori senza invece intervenire sugli atavici problemi dell’organizzazione del lavoro, sui sistemi incentivanti unilaterali aziendali che generano sprechi ed inefficienze.”
Per SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL, inoltre, non vanno sottovalutati gli effetti che la regolamentazione del settore delle telecomunicazioni che Agcom dovrà addottare, produrrà su Tim e i lavoratori dell’azienda e dell’intero settore.