Quasi un’ora, fitta fitta, buia come la delusione. Marco Ferrari, vice presidente di Parma Calcio 1913, nella sala stampa di “Casa Parma” a Collecchio ha spiegato perché e per come di un addio (forse) annunciato.
Nessun tono rabbioso, solo tanta delusione tra le righe dei perché di quello che passerà alla storia ducale come il “ribaltone del 22 novembre 2016”, una data che andrà aggiungersi a quelle meno felici della storia crociata: l’esonero di mister Apolloni, di Lorenzo Minotti e Andrea Galassi cui sono seguite, scontate, le dimissioni di Nevio Scala.
La giornata di ieri è stata leopardiana, a detta di Ferrari “la più dolorosa e sofferta”. Ma quasi “dovuta”.
“La proprietà ha il diritto e il dovere, nei confronti dei soci e dei tifosi, di fare valutazioni sul progetto tecnico. L’anno scorso è stata una stagione produttiva, quest’anno invece no” – ha ammesso Ferrari. Che parla di “valutazione unanime”: “Cambiare a livello di dirigenza tecnica ci può consentire di migliorare. Dopo cinque mesi della nuova stagione la valutazione da parte della proprietà di questo percorso non è stata positiva. Non tanto per una partita o per un risultato. Questa proprietà non ha mai imposto a nessuno di andare in Serie B. Non sentiamo l’obbligo e non lo imponiamo oggi o domani a nessuno. Sentiamo l’obbligo però di fare il meglio. In questi cinque mesi non abbiamo visto, ed è stato per noi preoccupante, la possibilità di migliorare i propri limiti”.
Dunque i non miglioramenti, le giustificazioni continue hanno fatto “cadere la catena” alla proprietà. Che ha deciso di cambiare guida tecnica, il resto, è stata una conseguenza. In questi mesi ci è stato detto che il lavoro impostato era un lavoro di staff, ed è per questo che la decisione è stata coerente nel non riguardare solo l’allenatore”.
In caduta, le dimissioni di Scala:”Nevio Scala non ha condiviso questa decisione, come era prevedibile – ha aggiunto Ferrari -. Io ringrazio tutti di cuore: sono persone che si sono messe a disposizione totalmente per il Parma”.
“Nel momento in cui tutti i proprietari ai loro diversi livelli si erano convinti che la stagione avesse preso un’inerzia negativa, credo che rimanere in disparte non sarebbe stato corretto verso noi stessi e verso i tifosi che hanno sottoscritto più di 9mila abbonamenti, che seguono la squadra tutte le domeniche e che fanno dei sacrifici per questa squadra” – ha continuato Ferrari. “Il calcio è uno sport, dove vincere non è mai scontato. Non lo pretendiamo da nessuno, nemmeno in futuro. Ma provare a vincere è un dovere per chi ha deciso di imbarcarsi in questa avventura.”
La squadra, al momento, è stata affidata a Morrone, “subito al lavoro con entusiasmo, e ci aspettiamo tanto sia da Stefano ma anche dai giocatori, che sono quelli che vanno in campo. Ci aspettiamo di più di ciò che abbiamo visto in questi mesi. Con calma prenderemo decisioni sull’area tecnica e anche sulla presidenza. Valuteremo anche chi sarà il nuovo allenatore, sicuramente sarà uno d’esperienza”.
E sul calcio “biologico”: “Se si intende etica, calcio pulito, comportamenti corretti in campo e fuori, questo progetto è ancora in piedi. Per quanto riguarda un calcio slegato dai risultati, è ovvio che la volontà di questa proprietà è quella di cercare di valutare le cose al di là di una partita andata bene o male, ma non può prescindere totalmente dai risultati”.
Allo stadio ci si deve divertire, e vincere. Non, arrabbiarsi.
Ecco il link per vedere il video del discorso di Marco Ferrari sulla scelta di esonerare Minotti, Apolloni e Galassi:
https://www.facebook.com/parmacalcio1913/videos/1613763328930512/