Si professava investigatore privato anche se da quasi 4 anni aveva perso la licenza. La sua attività, con sede in centro città, si espandeva non solo a Parma ma in tutta la provincia. Aveva un giro d’affari non indifferente, in due anni ha seguito più di un centinaio di persone.
Avrebbe potuto continuare indisturbato la sua attività ancora per molto ma è stato incastrato da un carrozziere di Langhirano. L’operaio ha rinvenuto infatti uno strano oggetto attaccato sotto alla macchina di un cliente, un dispositivo rettangolare avvolto in una camera d’aria di bicicletta e attaccato con una potente calamita.
Il proprietario dell’auto si è rivolto ai Carabinieri della stazione di Langhirano che hanno iniziato le indagini dopo la denuncia. Le prime preoccupazioni riguardavano l’incolumità dell’uomo avendo riconosciuto l’oggetto come un dispositivo di geolocalizzazione. Subito scongiurato il pericolo di vita per l’uomo, avendo questo abitudini e un lavoro assolutamente normali. Il mandante probabilmente una moglie gelosa.
I militari hanno rintracciato il produttore del localizzatore gps. Una azienda di Modena specializzata in attrezzature per investigatori privati che ha successivamente riconosciuto il prodotto e fornito l’identità dell’acquirente.
A distanza di pochi giorni lo stesso uomo è tornato dai Carabinieri denunciando un secondo dispositivo. Questa volta più grande e con una calamita più potente. All’interno c’era una carta SIM intestata a un parente dell’acquirente. L’investigatore pensava che il dispositivo si fosse accidentalmente staccato dalla vettura.
Constatato che la licenza era stata revocata dal Prefetto nel 2013, il PM Ausiello ha disposto la perquisizione nell’ufficio investigativo dove effettivamente sono stati ritrovati molti documenti contenenti dati sensibili ottenuti dalla sua attività. Il sedicente investigatore, un 36enne parmigiano, è stato inoltre trovato in possesso di un rilevatore GPS con cui, in ogni momento, riusciva a individuare dov’erano i suoi obiettivi. Nel dispositivo erano memorizzati migliaia di spostamenti.
Per il 36enne è scattata la denuncia per esercitazione impropria dell’attività investigativa e trattamento illecito di dati personali.
In Italia, per ottenere la licenza di investigatore privato, rinnovabile ogni 3 anni, bisogna essere in possesso di una serie di requisiti come la cittadinanza italiana, una laurea triennale in determinate discipline, non aver commesso reati dolosi, una pratica di almeno 3 anni e altri. Chi si rivolge a tali professionisti deve necessariamente essere ricevuto presso la sede dell’attività dove deve essere esposta la licenza e il tariffario.