“Siamo “città creativa per la gastronomia” Unesco e facciamo nella piazza più importante della città il mercatino francese, ma facciamo il mercatino parmigiano, facciamo. E quelle orribili casette di legno se le tengano in Francia”.
L’allarme viene lanciato da Luigi Alfieri, cittadino innamorato della città ma con ‘occhio critico del cronista, dopo aver notato il ritorno del mercatino francese in Piazza Garibaldi. Il suo commento su Facebook, corredato dalla foto allegata al pezzo, è diventata immediatamente virale.
Numerosi i commenti sul social network, che testimoniano una sola cosa: i cittadini sono stanchi. Stanchi di stranezze, vogliosi di parmigianità.
“L’altra volta avevo comprato una crepe da una ragazza rivolgendomi a lei in francese. La ragazza era slava. Il venditore di coltelli calabrese. E’ un’altro mercato della miseria, una piccola fiera di baracche come nel dopoguerra. Non so se andate mai in Ghiaia o meglio in quello che ne resta. Ci sono bancarelle che vendono stracci per la clientela misera dei nuovi parmigiani: gli immigrati” – si legge in un commento.
Opinione corredata da un altro: “Ma fossero poi francesi! Vai a vedere da dove vengono… E per finire, chiederei alla Amministrazione: davvero per due lire di plateatico vale la pena di sottrarre lavoro ai commercianti della città nell’unica stagione in cui, invece di pagare e basta,…Altro…”.
“Ci sono prodotti che ce li invidiano in tutto il mondo!!!È veramente un peccato. Anche le tipicità sono bellezza, diciamo che certe scelte evidenziano una superficialità non accettabile!” – si legge ancora.
Fino all’amara conclusione della fiera, almeno, alla sua ultima apparizione: “Sporcizia ovunque, resti sparsi, altra misera immagine del solito degrado”.
Con una domanda: Se proprio vogliamo fare un mercatino non parmigiano, anziché nella piazza principale, perché non farlo al Pablo, al San Leonardo o in quartiere che abbia bisogno di essere rilanciato e rivitalizzato?
Sia salvata la piazza maestra di Parma. Venda culatelli, prosciutti, profumi di parmigianità e orgoglio. Questo farà innamorare i turisti, se l’amministrazione non li fa scappare tutti…