Ecosistema scuola è il rapporto annuale redatto da Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi offerti. Per la 17esima edizione Parma si è classificata seconda.
Dopo due anni la città ducale torna sul podio mostrandosi in particolare la migliore per per la manutenzione ordinaria delle scuole. Lo scorso anno non era apparsa nel rapporto avendo inviato i dati in ritardo. Stessa sorte che è toccata invece quest’anno per Bologna. Parma ha investito quasi 158 mila euro per ogni edificio, assolutamente prima se si nota lo stacco con la seconda, Mantova, e terza classificata, Treviso, che hanno speso rispettivamente quasi 45 mila euro e poco più di 24 mila euro.
Per la manutenzione straordinaria, con 79 mila euro, Parma si classifica quinta. Prima di lei: Bolzano, Milano, Mantova, Monza. Nella graduatoria delle buone pratica arriva il settimo posto mentre in quella di prevenzione del rischio al 45esimo.
Piacenza e Parma, le prime sul podio, sono “città di piccole dimensioni dove la qualità della vita si sposa con la qualità dell’edilizia scolastica”. Parma ha mostrato “il suo impegno dotando tutte le scuole di certificazioni di collaudo statico, agibilità, prevenzione incendi e impianti elettrici a norma. Quasi una scuola su due presenta reti completamente cablate, a testimonianza di un’attenzione al principio di precauzione rispetto all’esposizione a fonti di inquinamento elettromagnetico. Le buone pratiche a Parma non mancano: raccolta differenziata di tutti i materiali, compresi i RAEE, mense scolastiche dove si serve acqua di rubinetto, pasti bio e prodotti IGP e DOP”.
In generale l’Emilia Romagna è la regione che mostra più attenzione nell’edilizia scolastica le senso più globale con 4 città in vetta: Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Forlì. In particolare si distingue per le pratiche di costruzione in bioedilizia: il 3,1% degli edifici è costruito con questa tecnica, media nettamente superiore a quella nazionale del 0,7%.
Parma e l’amministrazione Pizzarotti continua a investire sulle scuole il cui primo obiettivo, oltre agli interventi di miglioramento antisismico ed energetico, è stata per l’eliminazione dell’amianto dai tetti. Il Comune nel 2016 ha investito ben 7 milioni per le scuole comunali.
A livello nazionale tuttavia ci sono delle criticità: “Se da una parte sono 7,4 i miliardi stanziati e 27.721 gli interventi avviati, le riqualificazioni procedono troppo a rilento, soprattutto quelle relative all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico. Su 43.072 scuole in Italia solo il 9,2% degli interventi ha inciso su questi temi negli ultimi dieci anni. In particolare, sono 382 gli interventi di adeguamento sismico, 1960 quelli di efficientamento energetico, 423 quelli per l’installazione di rinnovabili realizzati, e infine, 1216 i Mutui Bei che tra gli interventi ammissibili prevedono anche l’adeguamento alle norme antisismiche e l’efficientamento energetico. Nonostante i finanziamenti, gli edifici scolastici italiani rischiano di a rimanere insicuri e di continuare a spendere ogni anno 1,3 miliardi di Euro per l’energia. Per molti Comuni, infatti, i bandi rimangono inaccessibili e i progetti più urgenti di messa in sicurezza e riqualificazione energetica non partono. E l’emergenza terremoto ci ricorda che non si può più far slittare la messa in sicurezza delle scuole italiane”.