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Furti in villa: sgominata banda di albanesi – FOTO, VIDEO

Efferati, violenti, senza scrupoli. Questo l’identikit di tre cittadini albanesi arrestati dalla Squadra Mobile della Questura rei di numerosi furti in villa nella nostra città tra cui, quello terminato in rapina, ai danni di una villa a Porporano in cui era rimasto in casa ed è stato minacciato il minorenne figlio dei proprietari.

Tutto ha avuto inizio dalle immagini della videosorveglianza della villa di Porporano: tre uomini a bordo di una Golf nera, stessa auto già segnalata nelle zone subissate dai furti. Pochi giorni dopo, è giunta anche la segnalazione, determinante, di un cittadino: in Via Pedretti (zona Via Venezia) ho notato tre uomini, provenienza est Europa, mai notati prima, di giorno stanno in casa, escono sempre intorno alle 18,30 sino alle 21,00.

L’orario preferito dai topi d’appartamento, tra il calar della tenebra e il rientro a casa dei proprietari. Così, da un appostamento la Squadra investigativa ha notato i tre uomini uscire e salire a bordo di una Golf nera, risultante rubata a una parmigiana durante il furto nel suo alloggio il 24 luglio.

Dopo essersi assentati un paio d’ore, i tre sono tornati e saliti in casa. Seguiti e fermati dagli investigatori, dopo un violenta resistenza e un tentativo di fuga,i tre sono stati perquisiti: indosso un bracciale in oro, sessanta euro in contanti ed una torcia.

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Si tratta di Goci Artan, classe ’79, pregiudicato per ricettazione, porto abusivo di grimaldelli, evasione, inottemperanze all’espulsione, furto in abitazione, rientrato sul suolo italiano il 15 luglio; Karaj Ermal, classe ’93, stesso curriculum criminale del “socio”, aggravato da lesioni personali e tentato omicidio e Reci Arben. Quest’ultimo è incensurato (in Italia) ed arrivato, insieme a Karaj, il 6 ottobre, probabilmente proprio allo scopo di compiere furti senza essere notato non avendo alcun precedente.

In casa, un arsenale di proventi di furti: giubbotti e borsette, tutto firmato, orologi, ori, contanti.

L’invito della Squadra Mobile è, per chi riconoscesse qualcosa come proprio, di contattarli: probabilmente questa è la refurtiva che ancora i tre non avevano piazzato sul mercato.

Sull’auto utilizzata dai tre, un arsenale di strumenti da scasso, tra cui, il flessibile indicato dal minorenne vittima della rapina di Porporano come “trasportato in una borsa del Conad”. E così era tenuto sull’auto.

Vedendosi con le spalle al muro, Goci Artan ha ammesso anche la propria colpevolezza nella rapina in villa a Porporano il 20 ottobre, appunto.

Per tutti i tre sono scattate le manette con l’accusa di ricettazione, per il “capofila”, anche per rapina, oltre alla denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo strumenti da scasso. (Francesca Devincenzi)

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