Emanuele Moruzzi, Carlo Iacovini, Gian Vittorio Andreaus, Tommaso Mori, Ernesto Balisciano e Gianluca Facini: per loro, giovedì venti ottobre 2016, si chiude con un patteggiamento l’inchiesta giudiziaria Green Money (e il suo ideale prosieguo, Public Money).
Appalti del verde pubblico in cambio di buste di denaro riprese dalla Finanza: questo il succo di uno degli scandali targati Money: Easy, Green,Public…Una di quelle finestre che Parma vorrebbe chiudere in fretta e dimenticare, se possibile.
In manette, il 24 giugno, erano finiti in 11: dirigenti comunali, capi dei vigili e imprenditori del verde. In sei, Moruzzi, ex dirigente del Servizio Ambiente del Comune, Iacovini, ex numero uno di Infomobility e capo di gabinetto di Pietro Vignali, Andreaus e Mori, titolari di una cooperativa che faceva girare i soldini gonfiando e sgonfiando numeri e fatture, Balisciano, ex capo della partecipata Enjoi e Facini, imprenditore del verde, dopo che il giudice Nigro aveva rigettato i loro tentativi di patteggiamento, si sono visti ratificare dal giudice Dott. Sinisi l’accordo raggiunto con il PM Paola Dal Monte per le accuse, a vario titolo, di peculato e corruzione.
Le pene, leggermente più severe di quelle “bocciate” dal Dott. Nigro.
LE CONDANNE – Per Emanuele Moruzzi, un anno 11 mesi 20 giorni di reclusione, per Carlo Iacovini, un anno e 9 mesi. Per Gian Vittorio Andreaus un anno e mezzo, per Tommaso Mori, un anno 6 mesi e 20 giorni. Un anno sei mesi e dieci giorni per Ernesto Balisciano, un anno e mezzo per Facini.
Tutte le pene, inferiori ai due anni, permetteranno agli imputati di non tornare in carcere, e sono state sospese.
Tutti gli imputati sono stati condannati al pagamento in solido delle spese processuali delle parti civili, comune di Parma e Ireti S.p.A, liquidate in 3000 euro per ciascuna.