Il Comune ha concesso lo stadio Tardini al Parma Calcio 1913 per i prossimi 8 anni.
Sembra così lontano il tempo in cui il sindaco Pizzarotti diede due di picche all’allora presidente di Parma FC, Gianpietro Manenti, “chiudendogli” lo stadio a fronte dei debiti della società nei confronti del Comune.
Sembra così lontano il tempo del vecchio contratto di concessione ai tempi di Ghirardi ritirato per inadempienza nel marzo del 2015, poco dopo il noto e fantozziano passaggio di mani e bailamme di presidenti: Ghirardi, no Leonardi, no Pietro Doca anzi Pasquale Giordano, ma no Ermir Kodra, ma perchè no, Giampiero Manenti, ultimo proprietario.
Poi, la riapertura, provvisoria, sotto la gestione della curatela fallimentare e, nell’ agosto dello stesso anno, concesso al nuovo Parma Calcio con proroga sino al 31 dicembre. Oggi il nuovo contratto mostra la piena fiducia dell’amministrazione ducale alla nuova presidenza di Nevio Scala.
Secondo il nuovo contratto il club giallo blu pagherà un corrispettivo annuo di 470 mila euro se dovesse tornare nel campionato di serie A; 380 mila euro per la B; 210 mila euro per la Lega Pro e 200 mila per un eventuale (scongiuri ammessi) ritorno in serie D.
“La durata della concessione è stabilita in anni otto a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto. La concessione non è rinnovabile. Alla scadenza della concessione lo stadio e tutti gli spazi ed aree di pertinenze come sopra indicate dovranno essere riconsegnate in stato di efficienza, salvo il normale degrado d’uso” stabilisce la partecipata del Comune, Parma Infrastrutture”.
Anni otto, perchè il Parma di oggi guarda lontano.