Trenta tonnellate di rifiuti in più da bruciare. Questo il regalo di Natale anticipato dalla Regione Emilia Romagna per la nostra città. Magra consolazione, “l’ingozzamento” durerà giusto due mesi, più o meno fino alla Befana, ed è nei limiti della valutazione ambientale.
Lo ha fatto sapere l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, commentando una delibera di Giunta, pratica dimostrazione di come la (flebile) opposizione del sindaco della nostra città sia stata ignorata.
“Smentisco con forza che ci sia un aumento generalizzato delle quantità di rifiuti destinati ai termovalorizzatori del territorio rispetto a quanto già autorizzato. Solo l’impianto di Parma sarà chiamato, per un periodo limitato di due mesi e quindi fino al 31 dicembre, a trattare circa 30mila tonnellate aggiuntive, ma comunque ampiamente nei limiti della valutazione di impatto ambientale già svolta“.
Di “aumento della portata deciso dalla Giunta per cinque inceneritori” hanno parlato in una nota i consiglieri regionali Gianluca Sassi ed Andrea Bertani del M5S, sostenendo che la delibera affronti “le variazioni di capacità degli inceneritori di Parma, Modena, Ferrara, Rimini e Forlì”.
L’assessore però sottolinea il solo caso di Parma e come “scelta temporanea, assunta sulla base del criterio di prossimità territoriale e di bacino gestionale. Dall’1 gennaio il carico autorizzato per l’impianto di Uguzzolo tornerà quello previsto nella pianificazione regionale, ossia 130mila tonnellate, così come ho spiegato ai consiglieri in commissione. I dati economici indicano che crescono i consumi, l’occupazione e le presenze turistiche sulla costa, quindi anche i rifiuti prodotti, nonostante un costante incremento della capacità di differenziare e ridurre l’indifferenziato. La nostra regione si conferma comunque totalmente autosufficiente nello smaltimento, come previsto dal Piano: gli impianti attivi riescono ad assorbire l’aumento dei rifiuti urbani prodotti sul proprio territorio, nel limite delle capacità già autorizzate”.
L’assessore Gazzolo sottolinea poi che “per l’impianto di Ferrara le circa 12mila tonnellate provenienti dalla Puglia e trattate nei mesi estivi, fino a settembre, erano già contemplate nell’autorizzazione al funzionamento, mentre quello di Forlì tratta solo rifiuti urbani provenienti dal territorio provinciale. In sintesi, gli impianti di termovalorizzazione tratteranno più rifiuti urbani e meno speciali che, a loro volta, verranno parzialmente assorbiti dalle discariche già autorizzate, nel pieno rispetto della pianificazione regionale. Il 2016 rappresenta chiaramente un periodo di transizione: i rifiuti indifferenziati calano, ma gli effetti positivi delle misure previste dalla legge sull’economia circolare e dal Piano regionale, approvato solo lo scorso maggio, si dispiegheranno a partire dal prossimo anno. Fino al 2020 – conclude – ci attende un continuo work in progress, che intendiamo svolgere fianco a fianco di Atersir, Comuni e cittadini, per rendere la nostra regione sempre più virtuosa e sostenibile”.