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Incendio in Via Polizzi, bruciata “baracca residenziale”

Il profumo acre di plastica e legno bruciate, lo scroscio dell’acqua gettata dai Vigili del Fuoco, le lacrime, amare, di chi ha perso tutto.

Via Polizzi è una laterale di Via Montanara, sconosciuta o quasi: è industriale, si scorge appena dalla tangenziale. Quasi in fondo, c’è, o meglio, c’era un bungalow. Abitato. Da un parmigiano, che ora non ha più nulla,  e solo per un caso fortuito non era in casa e ha perso tutto ma non la vita.

Questa strada era già tristemente salita alla ribalta delle cronache nel 2013, quando brucio’ un deposito di robivecchie varie, della stessa proprietà e adiacente quello bruciato stamattina, e nel post alluvione del 2014, quando il Comune intimo’ a tutti i proprietari di baracche abusive della via, costruite negli anni 70/80 nell’alveo del Baganza, di demolirle (senza particolare fortuna).

Dicevamo il proprietario. Lui si chiama Danilo: un incendio si è portato via tutto. Della sua casa rimangono un paio di scarpe da ginnastica, adagiate fuori, gli schienali delle sedie impagliate, una madia con gli sportelli arsi da cui fanno capolino alcuni piatti quadrati, le carcasse di due scooter, una libreria che porta solo nella memoria una vecchia enciclopedia.

Un tavolone di legno, qualche mezza paratia, la carcasse di un TV color LCD fanno capire dove c’era la sala: della poltrona è rimasta un po di gomma piuma. I vetri sono esplosi e cotti, il catrame e il legno mandano ancora alcuni sputi di fumo quando scocca mezzogiorno.

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La vicenda la racconta, in lacrime, la mamma dell’ “ex residente”. “Mio figlio ha perso tutto” – dice in lacrime. Poi, tra un singhiozzo e un sospiro, racconta. “Vede, abbiamo un cavallo, una capra, le oche, le galline. In quei casotti che si sono salvati ci stanno dentro gli animali, quello che è brucato era il bungalow dove abitava mio figlio”.

Un bungalow abusivo, contestato da istituzione e aziende della zona- “Il terreno è mio, ho il rogito – dice la donna – qui avevamo una società di demolizioni. Vede, è rimasta ancora roba da buttare”.

Il giardino, o quello che ne rimane dell’invasione, è un’accozzaglia di tutto: un recinto con il cavallo dentro, gabbiotti per animali, furgoni scassati, auto incidentate “mio figlio si è addormentato ed è andato a sbattere contro un’auto parcheggiata” – spiega la donna. Sembrano residui di vite passate.

Carriole, bombole del gas, fontane piene di erbacce, rottamaglie. “Questo è un robivecchi” – brangogna, passando, un residente della zona.

Incendio doloso? – “Non erano contenti dei danni fatti due anni fa” – lamenta ancora la donna. Avevano bruciato la, dove adesso c’è il recinto. Vogliono mandarci via. Il fuoco si è mangiato tutte le cose di mio figlio, scarpe, vestiti, aveva un tv nuova, grande, e uno scooter che stava tutto aggiustando…adesso saranno contenti”. Ma i Vigili del Fuoco smorzano i toni, non troppo convinti che vi sia dolo. Probabile anche un corto circuito, causato forse da un termo elettrico o dalla piastra per la carne, anche se al momento dello scoppio l’uomo non era in casa.

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Difficile supporre, allo stato attuale, se verrà aperta un’inchiesta, se verrà presentata una denuncia. L’unica certezza è la desolazione, la disperazione e il puzzo che l’incendio ha portato con se.

(Francesca Devincenzi)

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