Il Comune di Parma ha effettuato i controlli in base al nuovo Isee per gli assegnatari delle case popolari riscontrando che una 70ina di nuclei famigliari superano i limiti: di queste, una 15ina sono stati trovati con più di 150 mila euro sul conto corrente. Per loro è già scattata la procedura per liberare l’alloggio entro 356 giorni. Non si esclude che entro la fine dell’anno verranno scoperti altri “furbetti”.
Una situazione paradossale se si considera l’emergenza abitativa in città: liste d’attesa estenuanti per l’assegnazione degli alloggi con persone che aspettano da anni, famiglie con bambini piccoli senza un tetto e le occupazioni abusive che sono all’ordine del giorno. I nuclei famigliari risultati fuori dai limiti dovranno lasciare entro un anno l’alloggio libero ma per i soggetti vulnerabili sono concessi 2 anni con l’aumento, tuttavia, del canone.
L’assessore alle politiche sociali e della casa, Laura Rossi, ha commentato a Il Caffè Quotidiano: “Siamo molto felici di poter recuperare questi alloggi e poterli destinare a famiglie che ne hanno realmente necessità. E’ nella cultura italiana pensare alle case popolari come a case per la vita. Questo è sbagliato, si tratta di assegnazioni temporanee. Sono alloggi che devono essere assegnati alle famiglie con difficoltà per il periodo in cui ne hanno realmente necessità”.
Presto il Comune dovrà fare fronte anche con le novità in materia che arrivano dalla Regione. Dal 1 gennaio 2017 infatti entreranno in vigore i nuovi parametri per l’assegnazione delle case Acer e Erp. Le nuove modalità di calcolo comporteranno l’aumento della maggior parte dei canoni d’affitto e la riassegnazione di alcuni appartamenti. Si abbassa infatti la fascia di reddito per le persone che ne hanno diritto. Tuttavia, per ridurre l’impatto di questa nuova normativa sulle persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità sono state introdotte delle azioni di mitigazione.
“Capiamo perfettamente lo spirito che ha mosso la Regione. Fondamentalmente è quello di dare gli alloggi alle persone più povere e in difficoltà. – riferisce Rossi – Ma noi stiamo facendo delle pressioni per cercare di mantenere l’equilibrio della gestione. Questa nuova norma impone un turn-over altissimo dentro agli alloggi Acer ma questo è difficile da gestire a causa delle numerose persone considerate vulnerabili (si tratta principalmente di over 75, persone con disabilità o seguite dai servizi sociali). Non possiamo dire a delle persone anziane di lasciare in breve tempo l’alloggio in cui magari hanno vissuto per tanti anni”.
“Le criticità principali di questa novità regionale – continua l’assessore – sono l’aumento delle morosità e la gestione del turn-over“. Aumentando il canone minimo e abbassando la fascia Isee che da accesso alle case si finisce, in parole povere, ad avere più persone in difficoltà economica negli alloggi – nella logica corretta di questa politica sociale – ma questo comporterà l’aumento dei casi di mancato pagamento degli affitti agevolati. “Se molte persone facevano fatica a pagare regolarmente il canone il 25 euro mensili, con l’aumento a 44 euro il problema non farà altro che aumentare rendendo più difficile la solidità delle aziende che si occupano della gestione degli alloggi”. I restauri, la manutenzione e l’ordinaria gestione degli appartamenti sono affidate a delle società che hanno permesso a Parma di essere tra le città più efficienti per la gestione del monte canoni. “L’aumento delle morosità porterà meno soldi a queste aziende rischiando di compromettere il sistema che abbiamo oggi” conclude Rossi.
NEL DETTAGLIO, LA NUOVA NORMA – I canoni d’affitto Erp passeranno da 25 euro a 44 euro per la quota minima. Verranno aumentati fino a 50 euro per 1224 assegnatari, fino a 100 euro per 295, tra i 100 e i 200 euro al mese per 156 e di oltre 200 euro al mese per 16 persone. Per 76 nuclei famigliari decadrà l’assegnazione della casa per superamento dei limiti di reddito. Per 1369 affittuari il canone invece diminuirà ma per la maggior parte di questi si tratta di sottrazioni sotto ai 50 euro.
Si avranno quindi tre fasce di canone: quella di protezione per nuclei fino a 7.500 euro di Isee in cui l’affitto non potrà superare il 20% dell’Isee; la fascia d’accesso con Isee tra i 7.500 e i 17.154 euro con uno sconto del 35% sul canone oggettivo dell’appartamento; fascia di permanenza, tra i 17.154 euro e i 24mila euro in cui si paga il canone oggettivo. Con questi nuovi parametri si rischia però di avere un notevole aumento di canone per appartamenti grandi perché l’affitto potrà dipendere dalla metratura, balconi, ascensori etc. Locali che sono affidati di solito a famiglie numerose che hanno già numerose spese. Le azioni di mitigazione riguardano gli over 75, le persone con disabilità superiore al 67% o seguite da servizi sociali e per chi supera i parametri entro il 10%. Per queste ci sarà la sospensione per due anni della decadenza.
(aribe)