La decisione regionale di aumentare la capacità dell’inceneritore di Ugozzolo aveva fatto storcere il naso all’assessore Folli e al gruppo consiliare Effetto Parma che si erano espressi in modo duro, accusando, questi ultimi, di tradire il patto con la città.
Inceneritore, Folli: “Regione chiede aumento 35 mila tonnellate? Allarmante”
Inceneritore, Effetto Parma: “Deciso aumento capacità. Tradito il patto ma tutti zitti”
L’assessore alla Politiche ambientali della Regione, Paola Gazzolo, durante la commissione Territorio, Ambiente e Mobilità ha rassicurato sulla temporaneità di questo provvedimento. Parma non brucerà più rifiuti rispetto a quanto previsto nell’accordo siglato.
L’argomento ha anche acceso gli animi dell’assessore all’ambiente di Reggio, Mirko Tutino, e del consigliere ducale Nicola Dall’Olio (PD): Tutino (Reggio) : “Inceneritore è regionale, non di Parma” – Dura replica di Dall’Olio (PD)
Gazzolo ha parlato di “circa 30.000 tonnellate in più, ma solo per due mesi” ed ha fornito totale rassicurazione sul fatto che non c’è alcuna intenzione di cambiare l’accordo con Parma e Forlì per quanto riguarda la capacità autorizzata dei due impianti di incenerimento. Quindi Parma continuerà ad incenerire le sue 130.pop tonnellate all’anno.
Diversi i consiglieri regionali dubbiosi sull’andamento e la gestione della produzione dei rifiuti nel 2016, nell’ambito del primo monitoraggio del Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), approvato dall’Assemblea legislativa nel maggio di quest’anno.
Dall’assessore la conferma che i dati consolidati 2015 vedono la produzione dei rifiuti urbani in Emilia-Romagna in leggero aumento: “Nel 2015, infatti, ne sono stati prodotti quasi 3 milioni di tonnellate (2.962.076 tonnellate), cioè l’1,1% in più rispetto al 2014”.
Punta il dito sui termovalorizzatori Andrea Bertani (M5s) che incalza l’assessore: la preoccupazione è che la richiesta di un aumento della capacità autorizzata nell’impianto di Parma non sia temporaneo e che, in futuro, la stessa richiesta possa estendersi a Forlì. Il trend in aumento e gli sforamenti preoccupano. Per questo motivo – afferma il pentastellato – sarebbe interessante avere le proiezioni per i prossimi anni, specie sul porta a porta: il risultato di Parma è eclatante, ma anche gli altri territori, come il reggiano, devono fare altrettanto.
L’assessore ricorda che la raccolta differenziata cresce “in modo sensibile”. In linea con la crescita degli ultimi anni sono stati raccolti in maniera differenziata nel 2015 1.796.765 tonnellate di rifiuti, “pari al 60,7% della produzione totale, con un aumento del 2,5% rispetto al 2014”. Il saldo complessivo è quindi positivo, con “punte elevate” a Parma che raggiunge una percentuale del 73,3% con un incremento del 4,1% rispetto al 2014. L’urbano indifferenziato è calato del 5% rispetto al 2014 e “si conferma una riduzione dello smaltimento in discarica, che nel 2015 è stato pari all’8,5%, in linea con quanto previsto dal Piano”.
Il 2016 “proiettato” al prossimo 31 dicembre conferma “un incremento della produzione dei rifiuti urbani dell’1,1% rispetto al 2015” e “un dato in riduzione di circa il 3% del rifiuto indifferenziato residuo rispetto al dato reale 2015, tuttavia in aumento rispetto allo scenario di Piano del 12%”: complessivamente, quindi, spiega Gazzolo, “nell’intero bacino regionale, si registra un aumento di rifiuto indifferenziato pari a 118.618 tonnellate rispetto al pianificato”.
“Note largamente positive” per Massimo Iotti (Pd), con “tanti passi in avanti e obiettivi raggiunti”. Iotti punta l’attenzione sulla riduzione dei rifiuti e sui traguardi raggiunti a Parma per la raccolta differenziata, testimone di “una cultura ormai diffusa”: ma se Parma è riuscita a raggiungere questi risultati di eccellenza anche gli altri Comuni possono farlo. Se tutti si danno da fare – ha aggiunto in sintesi il consigliere dem parmigiano – si può solidarizzare dando una mano, ma bisogna lavorare per raggiungere gli stessi livelli che rappresentano l’obiettivo del Piano.
L’assessore Gazzolo ha poi riferito dell’incremento della produzione dei rifiuti speciali di circa il 7%, circa 700.000 tonnellate. “Lo scostamento tra le previsioni del piano e l’andamento della produzione di rifiuti speciali in regione, si ripercuote sul fabbisogno potenziale di gestione degli impianti presenti. Si stima quindi un incremento del fabbisogno di rifiuti speciali da smaltire in discarica pari a 140.000 tonnellate. A cui si aggiungono le circa 70.000 tonnellate di rifiuti speciali non trattate negli impianti di termovalorizzazione per l’incremento della produzione di rifiuti urbani: di qui, l’ulteriore fabbisogno di trattamento per rifiuti speciali pari a 210.000 tonnellate”.
Per quanto riguarda le discariche di riferimento regionale previste dal Piano, l’assessore ha segnalato che la discarica di Imola entro ottobre esaurirà la propria capacità residua, che è stato autorizzato l’ampliamento delle discariche di Medolla e Ravenna e che la discarica di Finale Emilia non è attualmente autorizzata a ricevere flussi.
I dati, a parere di Gazzolo, confermano la necessità di mettere in atto le azioni previste dal Piano, ma anche di ragionare con i Comuni per pianificare le azioni che consentano di raggiungere gli obiettivi 2020. Un dato citato più volte dall’assessore è quello dei rifiuti cosiddetti “ingombranti” che non diminuiscono e sui quali ci dovrà essere una maggiore attenzione.
Su quest’ultimo tema interviene Marco Pettazzoni (Ln) che ha chiesto chiarimenti sulla “fase sperimentale prevista a Ferrara” e se sia prevista anche in altre località. Al leghista l’assessore ha replicato che è prematura ogni valutazione, perché non sono ancora esplicati gli effetti del Piano e quindi proiezioni per i prossimi anni non risulterebbero attendibili. C’è comunque da aprire un focus sugli ingombranti per capire i motivi per cui non calano.