Nella notte di venerdì un gruppo di 20 famiglie con numerosi minori, insieme a 10 singoli sono entrati nell’edificio tra Borgo Felino 26/38 e Borgo Riccio 23, ex ufficio immigrazione della Questura, per riprendersi il loro diritto all’abitare.
Si tratta di persone colpite dalla crisi con perdita del lavoro e che hanno quindi subito lo sfratto senza che il Comune provvedesse a trovare una sistemazione alternativa accettabile.
Alcune di queste persone hanno subito ben due sgomberi di polizia, prima in Via Cagliari e poi in Via Zarotto dopo che erano state costrette ad occupare edifici abbandonati da anni, il primo di proprietà della Banca Unicredit, il secondo della ricca proprietaria immobiliare Zanchi Dina.
Questi sgomberi hanno aggravato il problema abitativo in città: ormai il comune si trova ad avere tutte le strutture di accoglienza strapiene, le case popolari sono da sempre in numero insufficiente per far fronte al bisogno e da quando è stata approvata la sciagurata legge 431 sono state costruite e ristrutturate veramente con il contagocce.
“In Provincia di Parma – fa sapere la Rete Diritti in casa – sono stati stimati 51.000 alloggi non utilizzati, un numero enorme e ben più che sufficiente per soddisfare le esigenze di tutti coloro che ne abbisognano. Peccato però che sulla casa si sia costruito un business vergognoso, una vera e propria speculazione di mercato, anche grazie alla liberalizzazione degli affitti: tutto questo fa sì che gli alloggi rimangano vuoti perché troppa è la distanza tra il reddito di chi ha bisogno della casa per viverci e l’interesse economico di chi sulla casa vuole speculare.
Per questo ribadiamo che la realtà dei fatti porta alla conclusione che solo requisendo gli alloggi sfitti dei grandi proprietari immobiliari e delle Banche il problema della casa potrà essere risolto.
E’ particolarmente grave che a lasciare abbandonati interi palazzi siano gli enti pubblici, come nel caso degli edifici di Borgo Riccio e Borgo Felino. In questo caso gli immobili sono del demanio dello stato, abbandonati dal 2009. Edifici come questo dovrebbero essere messi a disposizione per affrontare l’emergenza abitativa, anche con percorsi di auto recupero messi in atto dagli abitanti.
Richieste in tal senso, anche su questo immobile, sono già state avanzate più volte al Prefetto senza avere risposta alcuna.
Il Governo Renzi è tra i primi responsabili del disastro sociale italiano: l’agenda politica è tutta orientata all’ottenimento di appeal da parte di industriali (jobs act) e partito del mattone (piano casa e sblocca italia) mentre le emergenze sociali che inevitabilmente portano conflitto, vengono colpite a suon di manganelli in quella che sta diventando una vera e propria guerra ai poveri.
Naturalmente il conflitto non può essere fermato e ci sarà sempre una reazione sociale politica e umana all’attacco alle condizioni di vita di milioni di persone portato avanti in questi anni.
I senza casa reagiscono riappropriandosi del diritto all’abitare, riaprendo gli immobili abbandonati e recuperandoli all’uso abitativo ma non solo: occorre pretendere che la gestione del territorio non sia piegata alle esigenze dei soliti interessi, vogliamo che gli spazi urbani valgano per quel che possono dare in termini di socialità e qualità della vita. Per fare la nostra parte valuteremo come aprire al quartiere e alla città lo spazio interno degli immobili di Borgo Felino e Borgo Riccio, in modo che possano essere fruibili da tutti”.