La tragedia ferroviaria di Andria dello scorso 12 luglio ha posto ancora una volta in evidenza le carenze tecnologiche delle linee ferroviarie regionali, con promesse di interventi quasi sempre disattesi. In questa occasione il tragico evento ha prodotto un decreto del Ministro dei Trasporti (MIT) che, in accordo con le Regioni, trasferisce all’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (ANSF) la responsabilità della verifica delle condizioni di sicurezza di 40 linee ferroviarie regionali, finora in gestione allo stesso Ministero attraverso l’USTIF.
Una disposizione fatta propria dall’ANSF che, con un suo provvedimento, applica i propri parametri di sicurezza ad impianti obsoleti ed inadeguati, tanto da determinare su molte linee il rischio concreto della riduzione della velocità a 50 km/ora, con conseguenti ritardi, raddoppio dei tempi di percorrenza o la soppressione di servizi.
In occasione del tragico evento di luglio Federconsumatori denunciò ancora una volta la necessità di procedere ad un forte adeguamento tecnologico degli impianti della rete ferroviaria regionale per una maggior tutela della sicurezza di utenti e lavoratori delle imprese ferroviarie. Un passaggio impegnativo per l’Emilia Romagna che detiene il primato di linee ferroviarie regionali (ex-concesse) con un’estensione complessiva di ben 364 chilometri su nove direttrici (v.tabella). Particolarmente grave la situazione del bacino territoriale di Reggio Emilia che comprende il numero maggiore di tratte interessate ai provvedimenti.
Federconsumatori conferma la priorità per la sicurezza del trasporto ferroviario ma invita la Regione ad individuare soluzioni che non pregiudichino la fruibilità del servizio proprio a quegli utenti che hanno pagato finora i prezzi maggiori. Introdurre oggi la riduzione di velocità a 50 km/ora su queste linee da sempre soggette a disservizi per impianti e treni inadeguati, ne metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza. La possibilità di utilizzare in cabina come “secondo agente” il capotreno va sostenuta in equilibrio con possibili conseguenze negative per l’emissione e il controllo dei biglietti e la sicurezza a bordo treno. Si individua in tal senso la necessità di potenziare i controlli con squadre esterne e il potenziamento della rete di vendita dei biglietti.
Il rinnovo delle infrastrutture ferroviarie di proprietà regionale sconta ritardi di troppi decenni e deve essere perseguito da subito adeguando le infrastrutture, impianti di circolazione e sicurezza, di informazioni agli utenti. Una realizzazione impegnativa e costosa, ma necessaria per rendere credibile una “cura del ferro” omogenea e diffusa, da realizzare anche attraverso misure straordinarie a supporto di una vera mobilità sostenibile.