“Non basta l’onestà per risolvere i problemi, come non dovrebbe bastare l’avviso di un’indagine per affossare un’esperienza di governo. A Roma hanno sbattuto il muso proprio su un’indagine, sono inesperti e incapaci perché non hanno capito che certe cose ti possono capitare anche a prescindere dal fatto che tu agisca onestamente. Parma doveva essere l’occasione per comprendere certe dinamiche, abbiamo avuto delle difficoltà ma stiamo portando a termine il mandato in maniera positiva”.
Marco Bosi, capogruppo pentastellato a Parma, commenta al quotidiano “Il Manifesto” lo scivolone del M5S a Roma.
Il braccio destro del sindaco risponde alle domande del giornalista sulle recenti parole di Pizzarotti -“il direttorio dovrebbe dimettersi”. Una vendetta? “No, se avessero dato ascolto alle nostre istanze non saremmo arrivati a questo punto”. Bosi esclude poi la possibilità che il sindaco di Parma possa rientrare tra i vertici del Movimento: “Oggi non ci sono gli strumenti necessari per cambiare la leadership. Così però non si può andare avanti”. Concorde poi col suo sindaco sul direttorio: “Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono adatti a ricoprire quel ruolo“.
Solo Grillo riesce a tenere unito il Movimento? “Come può governare un paese un Movimento che quando si trova in difficoltà non sa far altro che rivolgersi al fondatore come fosse un padre? – si chiede il capogruppo – E’ un problema di credibilità, la colpa non è di Beppe Grillo. E’ evidente che a Roma stiamo assistendo a una lotta di potere senza esclusione di colpi, una situazione figlia della mancanza di regole chiare”. Bosi azzarda poi una denuncia scottante. Ci sono delle talpe all’interno del M5S? “C’è qualcuno, al nostro interno, che sta cercando di affossare il direttorio”. Potrebbe essere Paola Taverna, “si sa che durante la campagna elettorale non era la sola ad avversare la sindaca Raggi”.
Un movimento che si è sempre e ininterrottamente dichiarato trasparente e unito ma appare evidente che ci sia chi rema contro dall’interno e chi avanza tra i personalismi. Bisognerebbe ammettere che le correnti interne ci sono” conclude Bosi.