E’ morto nelle acque che amava tanto, e nelle quali alcuni giorni fa aveva accompagnato la figlia al “battesimo subacqueo”.
Espertissimo sub, Silvio Anzola, seppur risiedesse a Milano da molti anni era originario di Parma, dove lascia tantissimi amici, esterrefatti e disperati.
Chi era la vittima – Era nato a Parma ma risiedeva da diversi anni a Milano Silvio Anzola, uno dei tre sub morti a Palinuro. Nato nella città emiliana il 22 marzo del 1958, Anzola si era laureato al Politecnico di Milano in ingegneria aeronautica e la sua carriera professionale era rimasta legata al capoluogo lombardo dove si era stabilito con la famiglia.
In provincia di Parma però possedeva ancora una casa a Corniglio, piccolo centro dell’Appennino, e molto spesso ritornava in Emilia a trovare i parenti ed i molti amici con cui era rimasto in contatto, soprattutto gli ex colleghi della scuola superior, il liceo Romagnosi.
Era appassionato di immersioni e in questi giorni a Palinuro era in compagnia della figlia diciottenne. Silvio Anzola lascia la moglie e, appunto, la figlia.
Da napolifanpage.it – Tre sub sono morti a Palinuro, frazione di Centola, in provincia di Salerno. Erano in acqua dalle 10 del mattino (del 19 agosto) per una immersione ‘a parete’ ma non sono più riemersi, La risalita era prevista per le ore 12. Le vittime sono due sub istruttori e un turista che stamane sono usciti per un’immersione in parete, lungo il costone Ribatto, nei pressi di Cala Fetente.
Si tratta di Mauro Cammardella, titolare del club “Mauro Sub”, di Mauro Tancredi, sub esperto e originario di Palinuro e di Silvio Anzola appunto, residente a Milano ma abituale frequentatore dei fondali marini cilentani, a quanto si desume dai numerosi gruppi Facebook che lo vedevano insieme alle altre due vittime di questa tragedia.
Sul posto, incaricati ora del recupero dei corpi, i sommozzatori dei Vigili del Fuoco, il personale della Capitaneria di Porto ed il sostituto procuratore del tribunale di Vallo della Lucania. Il punto in cui si è cercato è molto profondo (dai 45 ai 50 metri), dunque è arrivato anche un nucleo di speleologi del vigili del fuoco per contribuire al recupero. “Due sono sub esperti, nostri concittadini, mentre il terzo è un turista” ha dichiarato il sindaco di Centola, Carmelo Stanziola, che fin da subito ha seguito le operazioni di ricerca in località Cala del Ribatto a Palinuro.
Due dei tre corpi sono stati recuperati. Si tratta di Cammardella e Tancredi. Proseguono le ricerche per il parmigiano Anzola.
Gli speleosub dei vigili del fuoco li hanno recuperati a 48 metri di profondità. Secondo Giovanni Nanni, direttore regionale dei Vigili del Fuoco, “incidenti di questo tipo possono avvenire a Palinuro come altrove. Qui, però, la macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione”. ”Episodi del genere – aggiunge il comandante dei Vigili del Fuoco di Salerno, Emanuele Franculli – devono solo far riflettere. Bisogna non dimenticare mai che la formazione e la prevenzione sono fondamentali”.
É di Mauro Cammardella il primo corpo recuperato dai soccorritori nelle acque di Palinuro, nel pomeriggio del 21 agosto è stato recuperato anche quello di Mauro Trancredi. Proseguono le operazioni per portare in superficie anche il corpo di Silvio Anzola, rimasto intrappolato venerdì mattina nella Grotta della Scaletta. I familiari delle vittime sono rimaste per tutto il tempo sul molo del porto di Palinuro in attesa di notizie. Vi sono anche ambulanze e unità di supporto psicologico della Protezione civile.
Il sostituto procuratore, il medico legale ed il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco sono saliti su una motovedetta e si sono diretti nell’area dove è avvenuta la tragedia. É ipotizzabile che il medico faccia le sue valutazioni iniziali sulla prima salma e poi sulle altre, una volta recuperate, a bordo dell’imbarcazione. Successivamente, secondo quanto si apprende, i corpi potrebbero essere portati in un altro scalo e da lì nell’ospedale di Vallo della Lucania (Salerno) dove sarà effettuata l’autopsia. I cunicoli e la zona della Grotta della Scaletta sono stati filmati dai soccorritori nell’ambito dell’inchiesta disposta dalla Procura. Complesse e difficili le operazioni di recupero: è stato anche necessario tracciare con puntelli e corde il percorso subacqueo in modo da rendere più facile l’entrata e l’uscita degli speleosub dai cunicoli.
La speranza che potessero essere salvi grazie a una ‘bolla d’aria’ purtroppo non era fondata. Le ipotesi sulla causa della tragedia sono ancora tutte da confermare ma una prima idea sarebbe quella che i due più esperti siano tornati indietro per aiutare l’amico Anzola in difficoltà ma siano morti con lui.
Le ricerche sono rese difficili a causa dal fondale limaccioso che rende la visibilità pari a zero. Ieri un sommozzatore impegnato nei soccorsi ha avuto un malore, colto da embolia, mentre portava in superficie il corpo di Tancredi.
Da stamattina, 22 agosto, le squadre degli speleosub dei vigili del fuoco sono tornati in azione alla ricerca di Anzola.
La procura di Vallo ha aperto un fascicolo per stabilire le cause del decesso. Per favorire le indagini si è disposto il sequestro degli apparecchi da polso dei due sub recuperati. I computer subacquei dovrebbero aver memorizzato i movimenti dei due uomini fornendo così un punto di partenza per la ricostruzione.