L’ennesima tentata truffa ai danni degli anziani. Questa volta però la scaltrezza di una signora di 82 anni ha fregato il malvivente.
Il primo agosto una pattuglia della Polizia è intervenuta in località San Ruffino dopo la chiamata di un’anziana che aveva appena scampato il rischio di essere derubata dall’ennesimo finto tecnico. La scusa usata dal malvivente per entrare in casa della signora è stata “l’acqua è avvelenata!“.
La donna stava annaffiando i fiori in giardino intorno alle 10:40 quando un uomo dal marcato accento meridionale le si avvicina e le chiede dove fosse il figlio. La signora risponde che era a lavoro e che sarebbe tornato da lì a poche ore. Il finto tecnico allora intima alla donna, con tono allarmato, di chiudere subito l’acqua perché era avvelenata. Si necessitava quindi di un campione dell’acqua dal rubinetto della cucina per farlo esaminare. Con questa scusa il furfante si fa accompagnare in casa e, sempre con poca logica, invita la donna a rinchiudere nel frigorifero l’oro e i soldi.
L’anziana, che ha 82 anni ma non manca di lucidità e buon senso, ricorda di aver letto di una truffa simile sui giornali locali e capisce subito che l’uomo sta cercando di raggirarla.
Impaurita però dalla possibile reazione violenta di lui, ripone la catenina che aveva al collo nel frigo ma riferisce che non ha altro in casa perché tiene tutto in una cassetta di sicurezza in banca. Il ladro si mostra subito visibilmente spazientito e intima alla signora di eseguire i suoi ordini perché diversamente i fumi del veleno avrebbero corroso i suoi preziosi averi.
Non si lascia prendere dal panico la signora che invece fa finta di aver sentito il figlio ritornare a casa. Il finto tecnico si fionda fuori per controllare e la donna gli chiude prontamente la porta dietro alle spalle.
Rifiutandosi di ammettere di essere stato raggirato a sua volta dall’anziana, l’uomo prende a calci e pugno la porta urlando alla signora che questa avrebbe dovuto firmare dei documenti per attestare l’avvenuta verifica dell’acqua. Avvertito il figlio e poi le forze della Polizia iniziano le indagini per cercare il malvivente.
Gli investigatori della sezione antirapine, nel consueto scambio info-investigativo con le altre Squadre Mobili, apprende che da alcuni giorni, a Parma, soggiornava in albergo B. C. dell’78 di Napoli: persona gravata da precedenti penali specifici e dedito alla consumazione delle truffe agli anziani. La foto segnaletica di B.C. permette di dare un volto al finto tecnico dopo che l’anziana lo indicava tra le varie foto che gli agenti le hanno sottoposto.
B.C. è stato indagato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Parma per il reato di tentata truffa.
Le forze dell’ordine colgono l’occasione per “invitare le persone anziane, nonché i figli di questa categoria di vittime che viene purtroppo “bersagliata” da questi “predatori” affinchè innalzino la soglia d’attenzione così da rendere meno facile l’attività criminale”.