Una class action dagli USA contro Barilla. Quattro cittadini residenti a New York ma italiani di origine – Alessandro Berni, Domenico Salvata, Massimo Simioli e Giuseppe Santochirico- hanno accusato il colosso della pasta di pratiche commerciali ingannevoli. Lo riferisce il New York Post e il quotidiano Il Fatto Alimentare.
Decenni di marketing hanno ormai reso familiare ai consumatori il packaging dei loro prodotti ai consumatori. Secondo le accuse, Barilla utilizzerebbe la stessa scatola per ingannare il cliente e vendere meno prodotto. In particolare ci si riferisce alla pasta con più proteine, quella integrale e quella senza glutine che vengono vendute nelle stesse confezioni degli altri tipi pasta anche se la quantità è di molto inferiore.
Ovviamente ingredienti e peso netto sono correttamente segnati sul confezionamento ma potrebbe trattarsi comunque di strategie di marketing ingannevole.
I promotori della denuncia chiedono un risarcimento danni non specificato sostenendo che nonostante l’indicazione corretta del peso i clienti non sarebbero stati informati del cambiamento nella quantità di pasta inserita.
In particolare il contenuto della pasta integrale sarebbe inferiore del 17,4% a quella standard; Protein Plus è inferiore del 9,4%; mentre quella senza glutine del 25%.