Alla veemente protesta della moglie, si aggiunge quella, affidata a Facebook, di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto dopo un presunto pestaggio in camera di sicurezza a Roma, dove si trovava in custodia cautelare per essere stato colto in flagranza di cessione di stupefacenti. Ilaria Cucchi si rivolge al presidente dell’Associazione nazionale magistrati Piercamillo Davigo.
“Caro presidente Dott. Pier Camillo Davigo,
Mi rivolgo ancora una volta a Lei perché in Lei vedo il presidente dell’associazione nazionale magistrati. Vedo una persona molto importante che rappresenta una funzione sacra ed indispensabile per una società che voglia essere civile e democratica.
Oggi le parlo del caso di Rachid Assarag detenuto nelle carceri italiane.
Rachid a Parma ha denunciato numerosi atti di abuso e violenza che ha riferito di aver subito dagli agenti di polizia penitenziaria. In realtà non solo a Parma ma parliamo di Parma.
La particolarità della vicenda è data dal fatto che la denuncia non proviene, isolata ed improbabile, dalla parola di un detenuto contro quella di tutti i numerosi pubblici ufficiali che si sono rapportati con lui ma proprio dalle voci di quest’ultimi registrate di nascosto da Rachid. Sono conversazioni inquietanti dove vengono ammesse violenze, coperture ed abusi. Sono conversazioni già acquisite da numerosi giudici e la cui autenticità non è mai stata messa in dubbio.
Orbene la PM titolare dell’inchiesta, ha definito queste agghiaccianti conversazioni registrate dal detenuto Rachid Assarag come “lezioni di vita carceraria” ed ha chiesto l’archiviazione dei procedimenti. È stata criticata per questo in toni molto civili dal Senatore Manconi.
Vi è stata allora una presa di posizione dell’associazione
nazionale magistrati di Parma che ha fatto un comunicato di solidarietà e sostegno alla PM in questione.
Ieri, sempre a Parma, un giudice di Parma, ha archiviato il procedimento con le stesse esatte motivazioni sostenute dalla PM criticata.
Si ascolti quelle registrazioni e si chieda cosa possiamo pensare tutti noi, cittadini onesti e rispettosi delle istituzioni, ascoltandole.
Le ascolti bene.
Glielo chiedo con assoluta umiltà”.