Sono arrivate le rassicurazione da parte dell’Arpa sui livelli di biossido di azoto nell’aria di Langhirano. I rilevamenti erano necessari per determinare il rischio di salute per i cittadini dopo il lungo e devastante incendio che ha colpito il salumificio Galloni.
Nessun rischio per la saluta sembra quindi quello che emerge dai primi rilievi svolti dall’agenzia. Emerge però un altro dato interessante. Il gas tossico in esame risulta comunque più alto nelle zone di Parma città piuttosto che nel paese che per quasi un giorno intero si è respirato i fumi dell’incendio.
Come si legge nel comunicato dell’Arpa: “I valori misurati a Langhirano nei giorni immediatamente successivi all’incendio sono più bassi rispetto a quelli rilevati a Parma, nelle stazioni di monitoraggio della Cittadella e di via Montebello.
Il biossido di azoto (NO2) è un gas tossico che viene generato nei processi di combustione, è prodotto con gli incendi, così come dalle auto e dagli impianti di riscaldamento. Questo ha effetti negativi sulla salute umana e insieme al monossido di azoto contribuisce ai fenomeni di smog. Questo inquinante è stato misurato e messo a confronto nelle giornate di venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 luglio.
Venerdì 15 luglio, nella stazione di Langhirano-Badia, il picco massimo di NO2 misurato è stato di 18 microgrammi per metro cubo d’aria, 16 microgrammi nella stazione mobile; nello stesso giorno, il picco a Parma, nella centralina di via Montebello, era di 42 microgrammi, mentre in Cittadella era di 24 microgrammi e a Colorno di 23 microgrammi.
Sabato 16 luglio la differenza era ancora maggiore: a Langhirano, nel laboratorio mobile di Arpae, il picco massimo di biossido di azoto registrato è stato di 11 microgrammi, 27 nella stazione Langhirano-Badia, mentre a Parma, nella centralina di via Montebello il valore massimo era di 60, 33 in Cittadella, e 27 nella stazione Colorno-Saragat. Domenica per Montebello i livelli erano a 73, a Langhirano 19.
La media annuale da non superare, nel caso del biossido di azoto, è di 40 microgrammi per metro cubo di aria. Insomma, per quanto riguarda il biossido di azoto, l’aria di un quartiere trafficato di Parma è più inquinata di quella dove è avvenuto l’incendio e questo sia confrontando i dati dei picchi massimi, sia quelli della media giornaliera”.