Avrebbe “consentito al Sig. Giuliano Pesce di utilizzare la sede del Parma FC, nonché la modulistica ivi presente ed i timbri in uso alla Società, al fine di far sottoscrivere al calciatore Jan Martin Vinatzer, dietro richiesta della somma di € 15.000,00, un contratto con la Società Parma, in realtà mai perfezionato”.
Con questa motivazione, su Pietro Leonardi piove l’ennesima inibizione: sei mesi, e 15 mila euro di multa per un’altra schifezza compiuta da AD del Parma.
Leonardi dal canto suo finge di non saperne nulla, pur avendo prima patteggiato una pena ridotta, poi pagato tramite un prestanome circa metà della cifra.
Come dire, tutto cambia ma nulla cambia. O meglio, che Leonardi santo non era tutti lo sapevano, ma paga solo ora, dopo che il disastro è scoppiato. Forse l’avessero fermato prima…
Ma torniamo alle motivazioni, contenute in un comunicato stampa della Figc (LEGGI) , che spiega, appunto, come Leonardi abbia sostenuto di non saperne nulla, sebbene in realtà avesse già raggiunto un accordo con la Procura Federale per un mese di inibizione e tremila euro di ammenda lo scorso marzo.
Tremila euro in realtà mai versati, si legge “il Sig. Leonardi ha eccepito la propria impossibilità a procedere, nei termini, al pagamento del dovuto, sia per non avere mai avuto notizia diretta della pubblicazione del C.U. da cui far decorrere i termini, sia perché si trovava comunque nell’impossibilità, causa il sequestro penale del proprio conto bancario, di poter procedere al suddetto pagamento. Entrambe le eccezioni, va detto, sono assolutamente inconferenti.
Il deferimento è fondato e va accolto. Dalla documentazione in atti risulta, difatti, che il Sig. Giuliano Pesce (deferito in un separato procedimento), sedicente agente di calciatori, collaboratore sportivo del Parma, abbia, con la collaborazione del Leonardi – con cui aveva rapporti professionali pacificamente ammessi – utilizzato la sede del Parma nonché la modulistica ed i timbri di quest’ultima Società, al fine di far sottoscrivere al calciatore Jan Martin Vinatzer, dietro un corrispettivo di € 15.000,00, un contratto, mai perfezionato, con il Parma (Società che, però, aveva comunque generato, in data 20 dicembre 2012, una variazione di tesseramento, n. 1602/A – possibile esclusivamente attraverso l’accesso all’area riservata del sito della Lega Serie A fornendo il certificato e le credenziali fornite dalla stessa Lega – mai depositata presso la Lega Calcio), costringendo, di seguito, il calciatore stesso a presentare una denuncia per truffa in merito all’accaduto.
Per i fatti in contestazione, si ritengono congrue le sanzioni richieste dalla Procura Federale.
A tale proposito, va rilevato che, in data 27 giugno 2016, il Sig. Leonardi, tramite soggetto terzo, ha versato alla F.I.G.C. la somma di € 8.000,00 formante oggetto dell’accordo raggiunto con la Procura Federale. Detto pagamento, però, non può che essere accettato a titolo di acconto del maggior dovuto.
Il Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare, accoglie il deferimento proposto nei confronti del Sig. Pietro Leonardi, ed irroga a quest’ultimo la sanzione dell’inibizione di mesi 6 (sei) e l’ammenda di € 15.000,00 (Euro quindicimila/00), dando atto che, su questo importo, il Sig. Leonardi ha già versato la somma di € 8.000,00 (Euro ottomila/00), dovendo quindi ancora corrispondere, a saldo del dovuto, la somma di € 7.000,00 (Euro settemila/00)”.
Quella sera in cui Preiti e Affuso mi dissero “Pietro si fida solo di Imborgia, ha manie di grandezza”
Ma chi è Giuliano Pesce? “Lo dice il comunicato della Figc: sedicente agente di calciatori”. Ignorante, sguaiato, presuntuoso, “sbraione”. Ternano, ex disse della Ternana, a Parma come amico stretto di Pietro Leonardi, ex collaboratore dello stesso nelle categorie minori, presunto intenditore del sottobosco del calcio, in realtà, a detta dei più, a Parma per gestire le società satelliti (leggasi Gubbio) con contratti aggiustati a tavolino per controllare i giocatori e realizzare plusvalenze senza per davvero mai “tenerseli in casa”.
Una sorta di testa legno, spregiudicato, capace ma non abbastanza da sfondare, affamato a sufficienza per rischiare, tanto da finire nell’inchiesta Dirty Soccer, costola del calcio scommesse con l’accusa di aver compravenduto la partita col Savona, valsa al Teramo la storica promozione (poi revocata).
Da un’Ansa di quei giorni: “Tra le partite interessate anche Savona-Teramo, incontro per il quale la Procura contesta il concorso nella frode sportiva a Ercole Di Nicola, ex responsabile dell’area tecnica dell’Aquila calcio, a Luciano Campitelli nella sua veste di presidente del Teramo calcio, all’ex ds del Teramo Marcello Di Giuseppe, all’ allora direttore sportivo del Savona Marco Barghigiani, all’ allora collaboratore tecnico del Parma Giuliano Pesce, all’allora calciatore del San Paolo Padova Davide Matteini e all’ex allenatore del Barletta Ninni Corda.
Per la Procura i sette, “in concorso con calciatori allo stato non identificati”, avrebbero operato per alterare il risultato della partita Savona-Teramo.
In particolare, si legge nel capo di imputazione, “Di Nicola Ercole, ricevuto all’uopo l’incarico da parte di Campitelli e Di Giuseppe, anche attraverso la mediazione di Matteini, offriva/prometteva denaro o altra utilita’ o vantaggio a due calciatori del Savona, Cabeccia Marco e Marchetti Alessandro, affinche’ alterassero le proprie prestazioni agonistico-calcistiche a favore della squadra avversaria del Teramo, offerta che pero’ veniva rifiutata dai due calciatori, conseguentemente Di Nicola, avendo avuto pieno mandato in tal senso da Campitelli Luciano e da Di Giuseppe Marcello, con l’intermediazione di Corda Ninni e Pesce Giuliano, offriva/prometteva la somma di 30.000 euro a Barghigiani Marco che l’accettava e si faceva latore della proposta corruttiva con altri calciatori del Savona, allo stato non identificati, affinche’ la squadra del Savona uscisse sconfitta nell’ambito del predetto incontro di calcio di Lega Pro Girone B da disputare contro la squadra del Teramo, disputato in data 2.5.2015, conclusosi poi in effetti col risultato di 2 a O, in favore del Teramo, a seguito del quale la squadra del Teramo raggiungeva lo storico traguardo della promozione nel campionato di calcio di Serie B, con una giornata di anticipo rispetto alla fine del predetto campionato di Lega Pro”.
A Parma, si aggirava per gli uffici. Tutti sapevano, ma nessuno diceva nulla. Soprattutto nessuno aveva un’idea di cosa, esattamente, facesse. Se non il guru di un Leonardi sempre più invasato, malato di popolarità, bramoso di copertine ma incapace di portare in porto una barca che andava sempre più a fondo.
Stesso discorso valse, in epoca appena precedente, per Nino (al secolo Antonino) Imborgia. Classe ’58, altro personaggio ambiguo, ex giocatore, ex procuratore, poi dirigente sportivo e abile uomo di mercato considerato vicino a Nicola Salerno, uomo nero di calciopoli.
Supponente, presuntuoso, mellifluo. Belloccio, fastidioso, pieno di se. Consulente intimo di Enrico Preziosi (e abbiamo detto molto).
Il suo suo nome spesso è stato a scambi di giocatori poco limpidi, a società rinate e fallite, a brusche fughe e ad affari fatti in casa fra giocatori da lui assistiti e squadre da lui dirette. Arrivato a Parma sotto rischio inibizione, anche lui vagava liberamente per gli uffici del Tardini.
Formalmente consulente di mercato. Ufficialmente, dissero in camera caritatis, a chi scrive, una sera Antonello Preiti, fu direttore tecnico del Parma, e Emilio Affuso, fidato uomo mercato: “Pietro ascolta solo Imborgia, ha deliri di onnipotenza, sta impazzendo, non da più retta a chi vuole il bene del Parma”.
Nel 2013 Imborgia se ne andò sbattendo la porta, dicendo, dal proprio altissimo pulpito, che Leonardi “sarebbe finito male”. Al suo posto, Pesce. Il resto, lo sappiamo fin troppo bene. Lui, quest’anno, ha portato i cinesi in quel Pavia che ora sta sparendo dalla geografia del calcio. Giusto per dovere di cronaca.
(Piccola nota dell’autore, che se ne assume ogni responsabilità: sempre grazie, Pietro, per aver portato questa bella gente a Parma) .
Francesca Devincenzi