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Riforma educativa regionale: obbligo di vaccino per iscrizione al nido

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Maggiore flessibilità nei servizi per la prima infanzia e obbligo di vaccinazione per l’iscrizione al nido. Queste le principali novità che il progetto di legge che la Giunta esaminerà lunedì prossimo, 4 luglio, e che riforma il sistema educativo emiliano-romagnolo per la fascia di età da 0 a 3 anni. Necessaria infatti una riforma visto che l’attuale norma vigente risale al 2000 ma le famiglie e le dinamiche sociali hanno visto dei cambiamenti che devono essere tenute in conto.

L’obbligatorietà delle vaccinazioni, prevista nell’articolo 6 del progetto di legge, verrebbe prevista per poliomielite, difterite, tetano ed epatite B. “Perché questa scelta? – si legge sul sito della Regione Emilia-Romagna – Perché i bimbi che vivono in comunità dove il tasso di vaccinazione è basso corrono un rischio ancora più elevato di contrarre le malattie, dal momento che vi è una maggiore circolazione dell’agente infettivo. Alla luce di tutto questo è importante vaccinare per proteggere tutti i bimbi, e a maggior ragione i più deboli (immunodepressi, con gravi patologie croniche, affetti da tumori): per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è che tutti gli altri siano vaccinati, per evitare che le malattie circolino e possano raggiungerli”.

In Regione la copertura delle vaccinazioni obbligatorie ha avuto un calo di oltre due punti percentuali in due anni. La percentuale di vaccinati che garantisce la miglior protezione a tutta la popolazione deve attestarsi al di sopra del 95%. In Emilia-Romagna la copertura, per tutte le vaccinazioni, è sempre stata molto buona, una delle migliori in Italia. In particolare per le obbligatorie le coperture, fino agli inizi degli anni 2000, superavano il 98%. Fra il 2009 e il 2010 è iniziata una graduale diminuzione, che si è accentuata particolarmente dal 2013 a oggi, passando dal 95,7% (nel 2013) al 93,4% nel 2015, con una perdita di oltre due punti percentuali in soli due anni. In alcune aree della regione poi, in particolare nel riminese, le coperture sono al di sotto del 90% (87,5% nel 2015).

“Non è una fisima o un provvedimento dirigista – sottolinea il presidente della regione Stefano Bonaccini– lo facciamo con convinzione perchè abbiamo a cuore la salute dei bambini. Sono convinto che questa legge troverà un apprezzamento”.

Nel progetto di legge, oltre che di vaccinazioni si parla anche di un sistema di accreditamento per i servizi educativi: chi vorrà ricevere finanziamenti pubblici  potrà contare su un percorso più snello, assai diverso da quello vigente nel sistema socio-sanitario. Alle strutture che vogliono accreditarsi sarà infatti richiesto soltanto il progetto pedagogico,  la presenza di un coordinatore pedagogico  di riferimento e uno strumento di autovalutazione della propria attività. Altre importanti misure contenute nel provvedimento sono la valutazione della qualità dell’offerta, la valorizzazione della formazione e del progetto pedagogico, la semplificazione della distribuzione delle risorse per la gestione e la qualificazione dei servizi, che vengono direttamente assegnate dalla Regione ai Comuni o loro Unioni. 

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