L’Autorità per l’energia informa che a partire dal 1° di luglio le famiglie italiane e le piccole imprese pagheranno di più sia l’elettricità che il gas.
Per il gas, perché si dice che i prezzi sono saliti sul mercato all’ingrosso, per l’elettricità perché è stata registrata una forte crescita dei costi di dispacciamento, cioè i costi sostenuti da Terna per garantire l’equilibrio di rete e la fornitura elettrica a tutti.
L’Authority sospetta anche che gli operatori si siano messi d’accordo per favorire la salita dei prezzi offrendo sul mercato una minore quantità di energia elettrica, tanto da prevedere forse un’apertura di procedimento, intimando nel contempo la cessazione immediata delle condotte anomale registrate.
Viene richiesta inoltre al presidente dell’Antitrust di verificare se non sia il caso di aprire un’indagine su eventuali comportamenti contrari alle regole del libero mercato.
Questi dati confermano la posizione della CGIL contraria alla scelta contenuta nel Ddl “concorrenza” ora in discussione al Senato, che prevede per il 2018 il passaggio obbligatorio di milioni di utenti al cosiddetto “mercato libero”, sopprimendo definitivamente il mercato tutelato e l’acquirente unico che ha invece garantito finora i 23 milioni di utenti domestici e di piccole imprese dagli eccessi di prezzo.
Il sindacato continua a sostenere che gli utenti devono essere lasciati liberi di scegliere in base alle reali convenienze di prezzo e non con atti obbligatori se passare al mercato libero oppure mantenere la tutela. Cosa potrebbe avvenire nel momento in cui non ci fossero più vincoli e tutele per milioni di utenti?
Senza nessuna preclusione ideologica, la CGIL territoriale non può tacere la preoccupazione circa il fatto che se non ci sono regole chiare e provvedimenti conseguenti il mercato non sempre è la panacea di tutti i mali. L’energia per la realtà di vita quotidiana di cittadini e imprese è un bene essenziale e come tale va tutelato.