Avevano rapinato la slot machine di San Polo di Torrile nel luglio del 2015, ferendo al volto una cliente e chiudendo in uno sgabuzzino il titolare e la vittima: dopo un’attenta indagine i quattro responsabili sono stati arrestati.
Un’incubo durato circa una mezz’ora per il titolare della sala Slot di San Polo di Torrile e di una cliente con la sfortuna di essere presente in quel momento: il 13 luglio 2015, intorno alle 22,30 tre uomini coi volti coperti erano entrati, minacciando i presenti con un coltello, ferendo al volto con una mazzo di chiavi una donna che cercava di difendere la propria borsetta, per poi chiudere il titolare dell’attività e la donna in uno sgabuzzino, guadagnando la fuga.
Il bottino, circa duemila euro, tre cellulari, due pc portatili, un i-pod, apparecchi elettronici.
Una volta liberati gli ostaggi, è partita l’indagine da parte degli uomini dell’Arma, Stazione di Colorno e Nucleo Radiomobile di Fidenza: dalle immagini di videosorveglianza è stato notato un cliente italiano, aggiratosi nella sala con fare sospetto, C.D., classe 1981, operaio, residente a Colorno con precedenti per una rapina a Casalmaggiore nel 2013, già libero dopo un periodo di detenzione.
Dalle intercettazioni telefoniche dello stesso, l’indagine, denominata Friends hanno portato ai tre ivoriani che hanno materialmente commesso la rapina: G.F, classe 1990, C.I., del 1993, A.Y., classe 1991, domiciliati a Parma, disoccupati, uno di essi coinvolto nella maxi rissa in Piazzale della Pace alcuni giorni fa (LEGGI).
A casa dei tre ivoriani sono stati ritrovati anche uno dei portatili rubati, un hard disk e un i-pod: arrestati lunedì, per i tre ivoriani l’accusa è sequestro di persona, rapina aggravata e lesioni personali aggravate, sono stati condotti in Via Burla, mentre per l’italiano, che ha “pensato” la rapina ma materialmente non vi ha partecipato, le accuse sono più lievi. Per lui è scattata la detenzione domiciliare.
Le forze dell’ordine ritengono non vi siano legami con altri, recenti, colpi, alle sale slot della Provincia: sono solo 4 amici (da qui il nome dell’operazione, “Friends”) che avevano bisogno di contanti facili e hanno agito in modo disorganizzato”.