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“Nessuna delle condotte ascrittemi è riconducibile ai casi di sospensione/espulsione“. Federico Pizzarotti lo scrive in risposta al recente allontanamento dal Movimento perché “è un atto doveroso anche nei confronti di tutti gli attivisti ed eletti, che ogni giorno si battono per una politica diversa”.
Lo sottolinea in Facebook, dove pubblica anche per intero le controdeduzioni presentate, e lo ribadisce durante una conferenza stampa: “Le mie risposte – dice – sono per cittadini ed elettori non per il Movimento”.
Più volte sottolinea la non liceità, a suo dire, dell’espulsione: “L’unico documento che riconosco è lo Statuto e so di non averlo violato. Esiste un ulteriore cartaceo ma non è stato sottoscritto quindi non posso riconoscerlo e, comunque, non ho violato neppure quello, conosco molto bene la norma relativa alle espulsioni”.
Nelle controdeduzioni cartacee il sindaco parla di “contestazioni pretestuose e del tutto prive di fondamento” prima di rispondere, tramite sei punti, alle ragioni che lo hanno portato a non parlare dell’avviso di garanzia ricevuto.
“Non mi è stato possibile riferire – scrive – visto che da oltre un anno molti dei membri del direttorio e altri componenti dei vertici rifiutano qualsiasi mio tentativo di dialogo”.
E, ancora, “l’informazione di garanzia riguarda anche altre persone (…), motivo per il quale la diffusione della notizia del ricevimento della stessa doveva e deve ritenersi iniziativa da condurre con la massima prudenza, onde evitare di incorrere in violazioni (…). Inoltre una diffusione pubblica avrebbe potuto condizionare l’indagine”.
A domanda, Pizzarotti risponde “ho un solo avviso di garanzia“.
E, per concludere, parla della “necessaria chiarezza sul Movimento che andrebbe rifondato secondo regole più trasparenti per tutti”.