Sulla ben nota e complicata questione del Grand Hotel Porro e dell’Albergo Valentini di Salsomaggiore, FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e Camera del Lavoro di Salsomaggiore Terme intendono puntualizzare la propria posizione, in modo da non lasciare dubbi interpretativi né dare sponda alle diverse fazioni oggi in campo.
Partendo dalla condivisione del percorso vertenziale dei lavoratori di Accentour LTD e dalle loro legittime rivendicazioni, esposte nelle diverse sedi nonché nei comunicati ufficiali rilasciati, FILCAMS e FISASCAT hanno mantenuto per tutto questo periodo attivo lo stato di agitazione del personale poiché tali rivendicazioni avevano fondamento, in quanto gli intenti condivisi dalle parti, che avrebbero potuto portare ad una risoluzione, son rimasti lettera morta per responsabilità non addebitabili ai lavoratori, dal momento che si ritiene che nessuna soluzione definitiva si possa trovare se non partendo da una discontinuità gestionale degli alberghi termali.
Tuttavia, una differente chiave di lettura con la UILTUCS Uil su quello che poteva essere un possibile accordo tra tutti gli attori in campo nonché sulle possibili garanzie ai lavoratori in prospettiva futura, ha visto i sindacati di categoria di CGIL e CISL costretti a intraprendere percorsi differenti, non con l’intento di siglare accordi senza la condivisione dei lavoratori, ma per una impostazione strategica diversa.
La loro non adesione, poi, da sabato scorso, ad ulteriori iniziative di sciopero è motivata sia dalla necessità di stemperare un clima incandescente al fine di riportare tutti ad un tavolo per intraprendere percorsi condivisi, sia perché una differente linea d’azione avrebbe potuto salvaguardare l’intero contesto cittadino da ricadute negative in occasione di un evento di portata internazionale quale è stato CIBUS.
FILCAMS e FISASCAT sono stati sempre consapevoli di muoversi all’interno di una vicenda già di per sé complicata per il leasing delle banche sul Valentini e per il contratto di affitto che prevede delle clausole ben precise all’interno delle quali si sarebbero dovute trovare le soluzioni per il cambio gestionale nei termini più rapidi possibili.
Tutto ciò porta a considerare per lo meno miope qualsiasi presa di posizione assunta da chiunque si sia interessato, a vario titolo, a questa vicenda senza tenere in considerazione la cornice più ampia delle Terme SpA e del concordato in atto.
Dal momento che, nonostante ripetuti sforzi, incontri e mediazioni non è stato possibile trovare nessun “punto di caduta”, che avrebbe potuto fornire ai lavoratori le auspicabili garanzie occupazionali sancendo diritti di priorità per tutti coloro che erano alle dipendenze di Accentour, ad oggi il risultato ottenuto è la annunciata chiusura degli alberghi termali, cosa da FILCAMS e FISASCAT non condivisa né voluta perché uno dei punti fermi della loro azione é sempre stata la continuità dell’attività, pur riconfermando la necessità della discontinuità gestionale.
Stante l’annuncio da parte di Terme SpA dell’epilogo della “vicenda Accentour”, è più che mai necessario che tutti si assumano le proprie responsabilità nell’ottica di fare fronte comune perché venga trovato un nuovo gestore e vengano attenuati al massimo gli impatti negativi sulla tenuta occupazionale. Il tutto, mai dimenticando i riflessi sul percorso del concordato, come già detto, e le ricadute sull’intero territorio e sul sistema ricettivo termale locale già ancora di per sé in sofferenza.