Sonia N., 66enne, vedova, con la pensione di reversibilità del marito poliziotto, originaria di un piccolo paesino in Provincia di La Spezia ma residente a Parma dalla figlia, dopo 20 anni passati nel Casertano al seguito del marito, si è rivolta ad Agitalia per una pratica di invalidità civile contro l’Inps.
Nel 2011 alla donna è stato diagnosticato un grave tumore del sistema immunitario (un linfoma non Hodgkin) causato, a parere degli oncologi e dei medici legali che l’hanno seguita, dalla continua esposizione alle esalazioni radioattive del Casertano che, solo pochi mesi prima, avevano ucciso il marito poliziotto di appena 59 anni con una leucemia fulminante.
Nel 2014 la donna si sottopone ad un primo ciclo di chemioterapia ed in quella occasione, a seguito del rifiuto dell’Inps di concederle l’accompagnamento, si rivolge all’A.G. che le riconosce pienamente l’assegno di accompagnamento per tutto il periodo della chemioterapia.
Nel 2013 le viene, purtroppo, riscontrata una nuova localizzazione del linfoma al livello di un arto e, contemporaneamente, è costretta ad un intervento di tiroidectomia totale per un carcinoma alla tiroide causato dal linfoma.
Questa volta la Commissione medica Inps con verbale del 16.12.2016, notificato il 5.5.2016 le riduce la percentuale di invalidità al 75% privandola, non solo dell’accompagnamento ma anche dell’assegno di invalidità.
Avverso il verbale definitivo dell’Inps, l’Agitalia proporrà all’autorità giudiziaria competente accertamento tecnico preventivo al fine di far ottenere alla donna l’assegno di invalidità che, nel caso di specie, scatta con una percentuale di invalidità pari al 100% in relazione al reddito basso dell’associata, inferiore a 16.532,10 euro l’anno ma, comunque, superiore a 4.800,38 euro annui statuiti dall’Inps.
Contemporaneamente sarà inoltrata anche domanda per il riconoscimento dell’assegno di accompagnamento non potendo, per intuibili ragioni, la donna provvedere in modo autonomo alle esigenze della vita quotidiana.