Il 16 luglio scorso era stata consumata la rapina, a marzo 2016 erano stati arrestati i colpevoli (LEGGI) ma c’era ancora qualcosa che non tornava. Doveva esserci un terzo uomo dietro quanto accaduto a Martorano visto che i balordi entrati in azione nella notte non avevano lasciato alcun segno di scasso e, quindi, dovevano essere in possesso delle chiavi.
Gli investigatori della Squadra mobile di Parma non avevano mai interrotto le indagini dopo i primi arresti e sono così riusciti a risalire all’identità del basista di quella violenta rapina: si tratta di Luigi Manici, 65enne residente nell’Appennino reggiano, custode della villa nonché autista e uomo di fiducia della vittima da oltre trent’anni.
L’analisi dei tabulati telefonici dell’uomo aveva evidenziato i troppo frequenti contatti con il moldavo Artur Clisevici (uno degli autori materiali del colpo) e la sua partenza dalla villa per pensionamento proprio il giorno prima della rapina aveva aumentato i sospetti.
Inoltre, sempre il giorno precedente la rapina, Clisevici era andato a Martorano e Manici gli aveva fatto fare visita alla proprietà, con particolare attenzione ai garage.
Visti tutti questi indizi a Manici è stato contestato il concorso in rapina e sequestro di persona ed è stato trasferito nel carcere di Reggio Emilia.
Durante la perquisizione nella sua abitazione sono inoltre state trovate circa 500 monete antiche appartenenti alla vittima della rapina.