Il tumore alla prostata è oggi riconosciuto come una delle principali patologie mediche di cui è vittima la popolazione maschile: secondo i dati europei questa rappresenta il tumore di gran lunga più frequente.
Per saperne di più su questo argomento e su quali strumenti vengono utilizzati per eseguire un’efficace prevenzione, abbiamo rivolto alcune domande al Dott. Bruno Monica, Specialista in Urologia e Andrologia, che esercita la sua professione presso il Poliambulatorio Dalla Rosa Prati.
Dott. Monica quali sono i marcatori per il tumore alla prostata?
“Nel tumore della prostata è sufficiente il PSA oppure occorrono altre indagini?
Sicuramente l’esame del Psa non può essere eseguito in maniera discriminata come strumento di screening.
Occorre, oltre all’utilizzo del Psa e PSA libero, l’esame ovviamente dell’urologo.
Ma esistono altri, chiamiamoli test, che possono supportare un’eventuale patologia di tumore della prostata? Direi di si.
Oltre ai tradizionali test, si affiancano oggi due nuovi marcatori, il PHI e il PCA3 che consentono diottenere risultati più specifici anche se non di totale affidabilità.
Infatti non vi è un’evidenza scientifica acclarata che dimostri e che stabilisca l’opportunità di utilizzare lo screening in maniera diffusa sulla popolazione generale, però questi due nuovi marcatori che si affiancano al PSA sono l’indice, come ho detto prima, del PHI e del PCA3 che migliorano sensibilmente la specificità diagnostica e quindi ovviamente creano le condizioni per far si che il mapping prostatico, la cosiddetta biopsia prostatica, possa essere riservata a casi ben specifici e ovviamente evitare mapping inutili prostatici.”
Dott. Monica quali sono i marcatori per il tumore alla prostata?
“Nel tumore della prostata è sufficiente il PSA oppure occorrono altre indagini?
Sicuramente l’esame del Psa non può essere eseguito in maniera discriminata come strumento di screening.
Occorre, oltre all’utilizzo del Psa e PSA libero, l’esame ovviamente dell’urologo.
Ma esistono altri, chiamiamoli test, che possono supportare un’eventuale patologia di tumore della prostata? Direi di si.
Oltre ai tradizionali test, si affiancano oggi due nuovi marcatori, il PHI e il PCA3 che consentono diottenere risultati più specifici anche se non di totale affidabilità.
Infatti non vi è un’evidenza scientifica acclarata che dimostri e che stabilisca l’opportunità di utilizzare lo screening in maniera diffusa sulla popolazione generale, però questi due nuovi marcatori che si affiancano al PSA sono l’indice, come ho detto prima, del PHI e del PCA3 che migliorano sensibilmente la specificità diagnostica e quindi ovviamente creano le condizioni per far si che il mapping prostatico, la cosiddetta biopsia prostatica, possa essere riservata a casi ben specifici e ovviamente evitare mapping inutili prostatici.”
Dott. Monica quali sono i marcatori per il tumore alla prostata?
“Nel tumore della prostata è sufficiente il PSA oppure occorrono altre indagini?
Sicuramente l’esame del Psa non può essere eseguito in maniera discriminata come strumento di screening.
Occorre, oltre all’utilizzo del Psa e PSA libero, l’esame ovviamente dell’urologo.
Ma esistono altri, chiamiamoli test, che possono supportare un’eventuale patologia di tumore della prostata? Direi di si.
Oltre ai tradizionali test, si affiancano oggi due nuovi marcatori, il PHI e il PCA3 che consentono diottenere risultati più specifici anche se non di totale affidabilità.
Infatti non vi è un’evidenza scientifica acclarata che dimostri e che stabilisca l’opportunità di utilizzare lo screening in maniera diffusa sulla popolazione generale, però questi due nuovi marcatori che si affiancano al PSA sono l’indice, come ho detto prima, del PHI e del PCA3 che migliorano sensibilmente la specificità diagnostica e quindi ovviamente creano le condizioni per far si che il mapping prostatico, la cosiddetta biopsia prostatica, possa essere riservata a casi ben specifici e ovviamente evitare mapping inutili prostatici.”
VIDEO – intervista