A darne notizia la famiglia Maldini, che in una nota “annuncia con immenso dolore la scomparsa di Cesare nella notte tra sabato e domenica”.
Nato a Trieste nel 1932, dopo aver esordito a 21 anni con la maglia della Triestina, è passato alla società rossonera e da difensore ha giocato fino al 1966. Tre anni prima, nel 1963, quando in panchina c’era Nereo Rocco, e in campo il parmigianissimo Bruno Mora, ha sollevato la Coppa dei Campioni: primo italiano a farlo, dopo una partita disputata nel mitico stadio di Wembley, grazie a una vittoria contro il Benfica di Eusebio.
Con i rossoneri ha vinto anche quattro scudetti.
Dal 1967, conclusa la carriera da calciatore, diventa allenatore: prima al Milan come vice di Nereo Rocco per tre stagioni, poi al Foggia, alla Ternana e quindi con il Parma, che Maldini porterà dalla C1 all Serie B.
Fortemente voluto da Ernesto Ceresini a stagione in corso, Maldini sostituì Landoni portando il Parma a una straordinaria rimonta, culminata nella vittoria nella “sua” Trieste e nel successivo spareggio di Vicenza contro la stessa Triestina.
Finì un 3-1, con la doppietta di Carletto Ancelotti. Una cavalcata meravigliosa, non ripetuta l’anno successivo, ma il calcio è anche questo.
E dal 1980 al 1986 Maldini è allenatore in seconda di Enzo Bearzot, poi passa all’Under-21, con la quale è tre volte consecutive campione europeo. Nel 1996 va alla guida della Nazionale maggiore: la lascerà due anni dopo, in seguito all’eliminazione subita dalla Francia, che diventerà campione del mondo, a Francia 1998.
Dopo l’esperienza mondiale da Ct, ‘Cesarone’ diventa capo coordinatore degli osservatori del Milan, siede sulla panchina rossonera come direttore tecnico di Tassotti e Terim. Si qualifica alla guida del Paraguay ai Mondiali in Corea del Sud e Giappone nel 2002, dove esce agli ottavi con la Germania e si dimette. Negli ultimi anni è stato anche commentatore sportivo per Al Jazeera.