Il vicesindaco Nicoletta Paci risponde al consigliere comunale Udc Giuseppe Pellacini che ha criticato il servizio di ristorante scolastica.
Le rinunce al servizio – Hanno rinunciato al servizio 56 bambini su 8424 iscritti nel 2014/15, mentre sono state 90 le rinunce su 8783 iscritti all’anno 2015/16 tuttora in corso, quindi appena l’1.02% sul totale degli utenti del servizio.
Per quanto riguarda i nidi d’Infanzia e scuole d’Infanzia il servizio di ristorazione scolastica è legato all’iscrizione al nido o alla scuola infanzia e pertanto non è possibile la rinuncia al servizio di ristorazione.
La grammatura del cibo è decisa da Asl secondo le direttive regionali. Infatti composizione nutrizionale, ripartizione calorica, grammature e frequenza degli alimenti sono stabiliti da Delibera regione Emilia Romagna n.418 del 2012.
LA DENUNCIA “I BAMBINI NON MANGIANO, “BUTTIAMO INTERE TEGLIE” – Utilizzo di prodotti biologici, locali e tipici del territorio, nel nostro caso Parma, sono richiesti da precise linee guida nazionali e regionali che indirizzano le scelte della ristorazione scolastica, e a questo indirizzo ci atteniamo nel corso di tutto l’anno. I menu sono valutati e vidimati annualmente dall’Unità Operativa Nutrizione dell’Asl di Parma.
Menù etnici: hanno avuto una gradibilità alta nelle scuole, ottenendo un punteggio pari al 6/6,5 come da rilevazioni della ditta di ristorazione Camst. Sono stati preceduti da video che spiegavano ai bambini il perché di certi cibi e la loro provenienza e poi veniva mostrato come erano preparati e assaggiati dai loro coetanei assistiti dalle maestre e dalla mediatrice culturale. Su un totale di 200 giornate scolastiche i menù etnici sono stati in tutto 4, una percentuale pertanto irrisoria sulla totalità dei pasti che invece si rifanno alla tradizione culinaria italiana. Sono invece un poderoso veicolo di conoscenza e integrazione che si oppone ai radicalismi, cercando di fare prevenzione attraverso l’istruzione e l’informazione.
E veniamo ai costi che non sono affatto alti se si considera che ci sono sconti per le fasce più deboli e che ogni pasto è composto da primo, secondo, contorno, pane e frutta fresca di stagione.
I menù possono essere periodicamente soggetti a modifiche al fine di:
• aumentare la gradevolezza dei piatti; favorire l’uso di frutta e verdura di stagione;
• affrontare tempestivamente le difficoltà che si possono presentare nella popolazione scolastica ad accettare i piatti proposti;
• garantire ulteriormente la variabilità degli alimenti;
• rispondere ad esigenze nutrizionali e dietetiche che dovessero emergere nel corso dell’appalto;
• essere coerenti con i programmi di educazione alimentare sviluppati nell’ambito scolastico.
I menù proposti sono atti a garantire un adeguato apporto energetico, a seconda della fascia di età interessata, e sono elaborati nel rispetto delle Linee Guida ministeriali e regionali.
I menù sono redatti prevedendo un menù autunnale, un menu invernale, un menu primaverile ed un menu estivo per rispettare la stagionalità dei prodotti vegetali e con una rotazione su almeno 4 settimane per una maggiore varietà di piatti proposti.
In tutti gli ordini di scuole si è operato per garantire le indicazioni provenienti dai LARN, in particolare avendo attenzione a variare le offerte alimentari proposte, ridurre l’apporto dei grassi (soprattutto quelli saturi e di origine animale), incrementare l’introduzione di carboidrati e fibre e riequilibrare l’apporto proteico curando l’introduzione di proteine vegetali a scapito di quelle animali, anche al fine di garantire un giusto apporto di micronutrienti (vitamine e sali minerali).
Almeno una volta la settimana è stato previsto un “piatto unico”, costituito da carboidrati e da proteine animali o vegetali (come i legumi), accompagnato con un contorno di verdura cruda e/o cotta e una porzione di frutta per farne un pasto completo.
Personalmente mi sono recata nel corso delle scorse settimane nelle varie mense scolastiche per verificare che tutto quanto indicato nel capitolato fosse effettivamente messo in atto. Questo tour mi ha permesso di verificare che alcune procedure possono essere migliorate, coinvolgendo tutti gli attori del sistema che certo non si limita ai soli operatori della ristorazione ma coinvolge molti altri a partire dalle famiglie e dagli insegnanti fino ai bambini stessi.
Avendo in mente l’obiettivo di un miglioramento, partirà dal 4 aprile una sperimentazione su 6 scuole del territorio per testare le modalità migliori di attuazione del servizio, e in base ai risultati raggiunti da tale processo si predisporranno alcuni cambiamenti per il servizio a partire da settembre.
Il pasto è sicuramente un momento educativo molto importante e deve essere affrontato con gli strumenti corretti per farne un momento di crescita. Proprio in questo settore, come amministrazione, ci stiamo spendendo molto cercando, anche con i menù etnici, di aprire la mente dei nostri ragazzi e di offrire loro oltre che l’abitudine ad una corretta alimentazione anche una varietà culturale”.