“Nei primi giorni di gennaio siamo venuti a conoscenza di un’inquietante vicenda giudiziaria riguardante un cementificio di Barletta, di proprietà della Buzzi Unicem, azienda proprietaria al 30% anche della Laterlite. Secondo la Procura la gestione dell’impianto di incenerimento dei rifiuti della cementeria di Barletta a partire dal 2012 era illecita.
L’attività autorizzata di combustione di rifiuti a servizio dell’impianto di produzione di cemento e aggregati naturali, infatti, avrebbe consentito la diffusione di sostanze inquinanti superiori ai limiti di legge, esponendo la popolazione della città a rischi per la salute. I reati presunti dall’indagine, di cui è titolare il Sost. Proc. Antonio Savasta e che conta 18 indagati, vanno dalla cooperazione in disastro ambientale colposo, al falso e abuso d’ufficio in concorso.
Secondo quanto è emerso dalle indagini della guardia di finanza, la cementeria avrebbe ottenuto i permessi “sul falso presupposto del possesso di un’autorizzazione a incenerire 20mila tonnellate all’anno di rifiuti pericolosi costituiti da oli minerali”. Non trattandosi di un impianto di incenerimento inizialmente creato ad hoc, ma appunto di una cementeria, ha ottenuto un’autorizzazione all’incenerimento di rifiuti speciali, con una potenzialità di 178 tonnellate al giorno.
La “diffusione areo-dispersa di sostanze inquinanti oltre i limiti di legge” sarebbe quindi la conseguenza dell’attività di incenerimento apparentemente e formalmente lecita. Sin dal luglio 2012, data di rilascio del parere favorevole Aia, infatti, sarebbero stati falsificati, da quel che emerge dall’indagine, il rilascio di autorizzazioni e/o i pareri espressi dagli Enti preposti a verifiche e controlli.
Tra gli indagati anche i legali della società Buzzi Unicem, Silvio Picca e Pietro Buzzi, oltre a i sei componenti del comitato tecnico della Provincia Barletta-Andria-Trani che rilasciarono la valutazione di impatto ambientale nel 2011, i dirigenti della Regione Puglia, tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente( Arpa) e i rappresentanti legali delle tre aziende che conferivano nell’impianto.
Anche nella provincia di Parma è in funzione un impianto simile e di cui è proprietaria anche Buzzi Unicem, impianto che ha sempre destato le preoccupazioni del Comitato Rubbiano per la Vita.
Da un decennio infatti il Comitato si trova in totale disaccordo sulla scelta di autorizzare l’attività di co-incenerimento di rifiuti speciali di Laterlite, e basito dall’entità del potenziale di inquinamento concesso all’azienda, ritenendo inoltre insufficienti i controlli effettuati sull’attività e, come piú volte segnalato, lenta, disorganizzata e poco efficace l’attività dell’Osservatorio Ambientale ad hoc creato.
Nei mesi scorsi il Comitato Rubbiano ha sottoposto le sue perplessità al vaglio della Procura della Repubblica di Parma.
Inoltre il Comitato vuole esprimere la sua vicinanza alla popolazione di Trani e Barletta ed a tutti i comitati che lottano per contrastare questo genere di abusi augurandosi che situazioni gravissime come quelle di Barletta portino ad un maggiore senso di responsabilità e attenzione tutte le istituzioni che hanno il dovere della salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini”.
Il Comitato Rubbiano per la Vita.