“Sono allibita nel constatare che la mobilitazione del 2014 (ndt: la petizione on line, che Clelia firmò) non sia servita a nulla e che i politici continuino a fare orecchie da mercante.Ero stato contattata a suo tempo (…) per la petizione contro la chiusura di questo meraviglioso centro, e l’ho fatta circolare tramite il sito ufficiale “Lino Ventura” e in diverse pagine di Facebook dedicate al cinema come “Les Cinglés du Cinoche” oppure “Les Sheriffs de Rio Bravo”. Sono amici impegnati nella difesa della 7a arte e alle attività ad essa legate. Avevamo raggiunto 1.500 firme a settembre 2014.
Da allora in poi non ho avuto notizie… Ho pensato che i politici fossero tornati alla ragione e ho gioito in silenzio.
Rimango perplessa da questo mondo politico, che si sforza di voler uccidere la Cultura. C’è come un aria fetida di “déjà vu”.
Mio padre Lino sarebbe sbalordito, se non furioso, nel vedere che i politici si permettono di fare e disfare a loro piacere! Per lui che era autodidatta, questi luoghi dove si può imparare, condividere, nutrire la mente, sono cari al suo cuore, perché sono luoghi come il Centro Cinema che gli hanno permesso di formarsi e di istruirsi .
E’ curioso notare che come sia sempre necessario combattere per salvare ciò che resta del bello e di buono in questo mondo! Questi politici che dicono di voler far progredire il loro paese, di avere a cuore il bene dei cittadini, come mai stanno lottando per far scomparire tutto ciò che funziona?!? … Si tratta di una totale aberrazione! A meno che non sia più facile comandare e manipolare degli ignoranti… La storia è piena di esempi simili, di certo non i migliori.
Resto dunque a vostra disposizione per aiutarvi in questa lotta, che non dovrebbe essere necessaria se l’intelligenza e il buon senso dei politici fossero all’altezza!”