Si erano divisi il territorio senza crearsi problemi gli uni con gli altri. Da una parte, a Polesine-Zibello, una “famigliola”, dall’altra, ovvero a Busseto, due lavoratori (un operaio e un piastrellista). Tutti albanesi. Complessivamente sono 12 (nove tra ieri sera e questa mattina, tre in precedenza) le persone arrestate dai carabinieri grazie all’operazione “Grande fiume” che ha permesso di dare un duro colpo al mercato dello spaccio nella bassa parmense.
L’attività è stata svolta dai militari di Zibello ma complessivamente in 50 hanno operato, sia dal territorio parmense che da Mazzara del Vallo (dove si trovavano per lavoro i due operai), Senago (dove è stato arrestato uno dei grossisti della droga), San Daniele Po (dove un altro spacciatore è stato rintracciato).
Chiamavano lo stupefacente “cena”, “aperitivo”, “caffé”, “formaggio”, usavano i nomi più disparati ma la sostanza dei fatti non cambiava: si trattava di accordi per lo spaccio. Questo è emerso da intercettazioni e pedinamenti, che i carabinieri hanno iniziato nei primi mesi del 2014 arrivando a identificare anche decine di assuntori: oltre 60 sono stati ascoltati e segnalati alla prefettura di Parma.
Le persone arrestate sono tre italiani e nove albanesi, tra questi due donne, di età compresa tra i 26 e i 57 anni. Gli italiani avevano un compito specifico: siccome gli stranieri erano privi di patente, facevano gli autisti trasportando gli spacciatori a Parma o a Senago per il rifornimento.
Durante le indagini sono stati sequestrati circa 300 grammi di cocaina e 70 di hashish oltre a 10mila euro in contanti, tutti in banconote da 50.
(ife)