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Un disabile derubato, un ragazzo autistico schiantato al suolo: Welcome nella Parma senza pietà

Un bambino con lo spettro autistico diagnosticato nell’infanzia, autistico a vita, ma intelligente. Residente a Salso. Schiacciato contro il muro, poi a terra. Incapace di difendersi.

Con alcuni problemi di socializzazione, ma assolutamente “normale”. Fragile, solamente. Fino a quando mercoledì è stato spinto contro il muro, poi è caduto a terra. Era l’intervallo, e lui, che fino a qualche tempo fa non si alzava mai, alla campanella, stava camminando per i corridoi.

Poi, il gesto di violenza. Cui è seguito il ghiaccio sulla spalla, posto dagli insegnanti. E la chiamata ai genitori, che ora se lo tengono a casa. Mentre la notte piange, e di giorno non mangia nemmeno.

Un disabile derubato, nel parcheggio di un centro commerciale. Sulla cinquantina, immobilizzato a vita, abituato a fare tutto cià che serve per vivere.

Ma dopo aver fatto la spesa, sistemate le borse sul sedile dell’auto, ha appoggiato il borsello sul sedile dell’auto, per poi cercare di trasbordarvi la carrozzina. In quel momento i ladri, che forse lo seguivano, sono entrati in azione.

E si sono portati via il borsello, con carte di credito, bancomat e 700 euro in contanti. Oltre 250 che sono riusciti a prelevare a Sorbolo, da uno sportello, prima che l’uomo facesse in tempo a bloccare tutto.

Probabilmente verranno identificati e trovati, grazie alle telecamere di sorveglianza, ma resta lo smacco contro un uomo che si era, a fatica, guadagnato una forzosa autonomia.

Ecco la Parma di oggi: senza amore e rispetto per la disabilità e le persone meno fortunate. Senza pietà per nessuno, nemmeno chi non sa o può difendere.

IL COMMENTO DEL GILDA – Salsomaggiore: solidarietà ai docenti Parmensi bersagliati.

“Ancora una volta nel Parmense si “spara” aprioristicamente contro gli insegnanti della scuola scuola statale, basta il minimo episodio per inferire contro la categoria che è lasciata sola da un Ufficio Scolastico Regionale silente di fronte agli attacchi, anzi quando interviene agisce contro e non per aiutare i docenti.

Questa volta l’amaro calice arriva da Salsomaggiore: la colpa dei poveri docenti sarebbe quella di aver avvertito “in ritardo” la famiglia di uno studente che aveva avuto un infortunio apparentemente di lieve entità, in pratica secondo chi si lamenta dovevano interrompere la frequenza scolastica di un allievo, che fino a 16 anni è obbligatoria, senza che questi richiedesse di avvertire la famiglia perché al momento non lamentava particolari acciacchi. Solo dopo si è appurato che avesse un braccio rotto. Ovviamente la versione dei docenti non è ritenuta attendibile, solo quando fa comodo si tratta di “pubblici ufficiali con poteri autoritativi e certificativi”. Tutti sono credibili tranne che gli insegnanti.

Siamo stanchi di queste continue mancanze di rispetto per l’autorità docente, se quegli insegnanti avessero ripreso energicamente gli altri ragazzini che, speriamo involontariamente, hanno causato l’infortunio esercitando così il loro sacrosanto ius corrigendi, avrebbero corso anche il rischio di avere delle contestazioni penali come le recenti “mode” parmensi insegnano.

Anzi, quasi nessuno ricorda che i danni causati da minori devono essere rifusi dai genitori.
I dirigenti scolastici ovviamente in linea con i loro superiori dell’Ufficio Scolastico Regionale, quasi sempre, tendono a scaricare qualsiasi parvenza di responsabilità sui docenti, anello debole della catena, soli contro tutti. Erroneamente si fa credere che esistono ancora i “vice presidi” figure soppresse da anni, al massimo oggi ci sono “collaboratori dei dirigenti” che vengono chiamati ancora ala vecchia maniera ma che non hanno rappresentanza legale.

Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti, afferma: “Pretendiamo che le persone quando si rivolgono agli insegnanti dei loro figli assumano un atteggiamento compunto, rispettoso dell’autorità statale”.

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