Le organizzazioni agricole denunciano l’insufficienza dell’organizzazione interprofessionale nel settore del pomodoro. “Compito principe dell’Organizzazione interprofessionale distretto del pomodoro da industria-Nord Italia è principalmente la programmazione delle produzioni. Ma proprio la sistematica incapacità di programmare le produzioni, con incontri tenuti quando ogni produttore previdente ha già deciso quanti ettari destinare a pomodoro, costituisce una delle principali critiche elevate dalle associazioni di categoria, a partire da Coldiretti”. Lo evidenzia Tommaso Foti (Fdi-An) in una interrogazione presentata alla Giunta della Regione per chiedere di assumere iniziative in risposta ai disagi denunciati dalle organizzazioni agricole.
In particolare la Coldiretti sta lamendo la debolezza delle istituzioni che dovrebbero tutelare tutte le componenti della filiera “del rosso”. “L’Emilia-Romagna ha legiferato in materia di Organizzazioni interprofessionali, al fine di evitare il protrarsi di situazioni che mortificano l’attività dei produttori di pomodoro”, ricorda Foti, ma così non sta andando.
In un recente comunicato Coldiretti sostiene infatti che “sia arrivato il momento di promuovere un vero e proprio distretto del pomodoro per salvare un prodotto di qualità insidiato da importazioni anonime. La mancanza di programmazione ha consentito un aumento delle importazioni di pomodoro dell’11,5 per cento solo negli ultimi due anni, raggiungendo nel 2015 la cifra di 151,5 milioni di chilogrammi, favorendo la diffusione di prodotto di dubbia qualità, anche perché manca la trasparenza dell’origine”.